L’uso distorto dei social network nel caso delle condoglianze a Pellè

L'ex centravanti della nazionale, dopo la morte di Pelè, è stato sommerso da messaggi di cordoglio

31/12/2022 di Redazione

Graziano Pellè, nel giorno di Natale, si era esclusivamente limitato a fare gli auguri di Natale. Non era immaginabile che il 29 dicembre sarebbe morto uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi, Pelè. L’assonanza del cognome del primo con il soprannome del secondo ha portato diverse centinaia di utenti a comportarsi davvero in maniera terribile sui social network. Facendoci comprendere una volta per tutte come mai, da quando l’utilizzo di queste piattaforme è diffuso, sta diventando sempre più distorsivo il loro impiego. Tutto sarebbe iniziato per scherzo: alcuni utenti hanno inviato – sotto alla foto di un sorridente Pellè insieme alla compagna a Dubai, in posa natalizia – messaggi di cordoglio dopo la morte del grande attaccante brasiliano. E qualcuno – che poi ha davvero confuso le due persone per scarsa attenzione e per quell’abitudine a inseguire la massa sui social – ha continuato a riempire quella foto di RIP e di cuoricini neri, listati a lutto.

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Graziano Pellè scambiato per Pelè su Instagram: i messaggi di cordoglio

Il post della discordia è questo:

 

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Pellè, all’inizio, è stato chiaramente vittima di uno scherzo di pessimo gusto. Lo si intuiva dal tenore di alcuni messaggi, in cui veniva ringraziato per le sue prestazioni da bomber (un concetto che, in seguito alla diffusione sui social, non è stato più associato propriamente a un centravanti da tanti gol, piuttosto al prototipo di calciatore dedito alla “riccanza” e alla bella vita), in cui gli si chiedeva di insegnare agli angeli a tirare i rigori (con riferimento a quello sbagliato all’Europeo del 2016, che costò all’Italia l’eliminazione contro la Germania) e ad altri messaggi simili. Poi, è arrivato qualche utente distratto, spinto sotto al post dall’alto engagement del contenuto in seguito ai tanti commenti che stava raccogliendo. E – alla fine – il gioco si è trasformato nell’ennesima riprova che i social network e i loro utenti sono davvero degli strumenti inutili se utilizzati dalle persone sbagliate.

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