Il governo blocca i fondi per le periferie, la protesta dei sindaci: «Un precedente pericoloso»

09/08/2018 di Redazione

Con il decreto legge Milleproroghe approvato martedì 7 agosto al Senato (deve ancora ricevere il via libera della Camera dei deputati) la maggioranza di governo M5S-Lega ha deciso di congelare i fondi del piano per le periferie istituito dai governi Renzi e Gentiloni. IL testo prevede sia lo sblocco degli investimenti per i comuni virtuosi, sia il blocco fino al 2020 per 96 città e aree metropolitano, per trasferirli in un’altra cassa. Una reazione degli enti non si è fatta attendere. I sindaci protestano chiedendo che la norma venga rivista. L’Anci, Associazione nazionale comuni italiani, attraverso il presidente Antonio Decaro, parla di decisione preoccupante e gravissima». «Parliamo – ha dichiarato – di atti già firmati dalla presidenza del Consiglio e dagli enti interessati, convenzioni in virtù delle quali le amministrazioni hanno avviato attività di progettazione quando non anche le gare».

Il governo congela i fondi per le periferie, i Comuni protestano

A protestare sono tanti sindaci del Pd, che accusano anche il loro stesso partito. L’emendamento che ha congelato i fondi, infatti, è stato approvato anche dai senatori Dem. «Spero – ha affermato il primo cittadino di Firenze Dario Nardella – che daranno una motivazione. Comunque io non vedo il colore politico di chi lo ha votato, chiederò certamente ai deputati del Pd alla Camera di non votare questo emendamento». Ieri il sindaco di Varese Davide Galimberti, in una lettera inviata al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, ha scritto: «L’eventuale rimessa in discussione della convenzione e dell’assegnazione delle risorse penso possa rappresentare un precedente pericoloso della convenzione e l’affidabilità dell’Italia. Mi chiedo infatti come le imprese e gli investitori possano essere garantiti da un Paese che a pochi mesi di distanza dalla firma di un atto impegnativo non rispetti più di quanto pattuito».

 

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(Immagine: lettera al sottosegretario Giorgetti del sindaco Pd di Varese Galimberti sul congelamento dei fondi per le periferie)

 

Il sindaco di Varese: «Un precedente pericoloso, già affidato incarichi e impiegato risorse»

«Comprendo perfettamente – si legge in un altro passaggio della missiva – le esigenze del governo nel reperire risorse per far fronte all’accoglienza dei richiedenti asilo, problema ad oggi irrisolto, o per garantire le promesse elettorali di chi ha lungamente proposto interventi assistenzialistici quali il reddito di cittadinanza». «Comprendo tutte queste esigenze, ma penso – ha continuato Galimberti – che non si possano risolvere i predetti problemi con i soldi della città di Varese e che i varesini aspettano. Sarebbe l’ennesima beffa dello Stato nei confronti di una città laboriosa e che non gradisce alcune scelte assistenziali che, come si vede dai primi passi del Governo, la stanno penalizzando fortemente». L’amministrazione di Varese – ha precisato il sindaco – ha già «affidato incarichi di progettazione, impiegato diverse risorse per rispettare le scadenze, approvato tutti i livelli di progettazione compreso quella esecutiva sino alla pubblicazione del bando di gara dei lavori». Le risorse del bando periferie messe a disposizione a favore di Varese dovrebbero «impiegate per la riqualificazione del comparto delle stazioni».

 

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(Immagine: lettera al sottosegretario Giorgetti del sindaco Pd di Varese Galimberti sul congelamento dei fondi per le periferie)

 

(Foto di copertina da archivio Ansa: il momento di un voto nell’aula del Senato durante la discussione e le votazioni sul decreto ‘Milleproroghe’. Credit immagine: ANSA / FABIO FRUSTACI)

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