Le regole sulla gestione dati dettate dall’Ue perché Google terminasse l’acquisizione di Fitbit

Per poter terminare l'acquisizione Google ha dovuto garantire all'Ue la massima trasparenza nella gestione e nella protezione dati degli utenti

15/01/2021 di Ilaria Roncone

Dopo lungo tempo e un percorso tortuoso, Google ha terminato il processo di acquisizione dell’Ue. Ad oltre un anno dall’annuncio ufficiale, dato all’inizio di novembre 2019, Google ha ottenuto il benestare dell’Unione Europea. I punti cruciali, per quest’ultima, erano la gestione e la protezione dei dati degli utenti Fitbit. Dopo aver precisato in maniera trasparente tutto quello che riguarda l’acquisizione e la gestione dati, chiarendo anche cosa succederà ai prodotti concorrenti, il processo acquisizione Google Fitbit è stato portato a compimento.

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Google Fitbit: cosa succede ora

Questa acquisizione non significa che della gestione dei prodotti Fitbit si occuperà solamente Google. L’acquisizione di Google in Europa, dove ci sono concorrenti che detengono quote maggiori nel mercato degli smartwatch – settore in rapida crescit, è stata formalizzata prendendo una serie di impegni. Il primo, da parte del colosso, è la garanzia di continuare a supportare gli altri produttori di dispositivi indossabili basati su Android lasciando aperte le API Fitbit a terze parti, che potranno continuare a utilizzarle. I dati ottenuti da Fitbit verranno resi disponibili a terzi una volta che i titolari avranno dato il consenso.

Dati Google Fibit: l’impegno nella protezione e nella gestione

Altro punto cruciale sono stati i dati. Sin dall’inizio la società di Mountain View ha precisato che non sarebbero stati utilizzati per fini pubblicitari ma solamente per i prodotti. L’Ue, per procedere, ha avuto bisogno di ulteriori garanzie sulla gestione e sulla protezione dati dei 29 milioni di utenti che, attualmente, sono attivi su Fitbit nel mondo. Google ha promesso di proteggere i dati non solo degli utenti europei ma di quelli di tutto il mondo. Chiusa ogni possibile scappatoia per l’azienda, le condizioni stabilite dovranno essere rispettate da Google per i prossimi dieci anni con possibilità di rinnovo per le restrizioni sugli annunci qualora ci fosse la necessità.

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