Giuseppe Conte si assume la piena responsabilità del caso Diciotti

29/01/2019 di Enzo Boldi

«Mi assumo la piena responsabilità politica di quello che è stato fatto. Non sarò certo io a suggerire ai senatori cosa votare, saranno i senatori che giudicheranno la linea politica del governo». Così ha risposto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a una domanda sul caso della nave Diciotti che ha portato alla richiesta da parte del Tribunale dei Ministri di processo a carico di Matteo Salvini per sequestro di persona.

Una presa di posizione attesa e che era stata stimolata pochi minuti prima anche dall’ex deputato del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista che, ospite di Bruno Vespa, aveva chiesto al presidente del Consiglio, a Luigi Di Maio e Danilo Toninelli di assumersi le proprie responsabilità sul caso, senza lasciare Matteo Salvini da solo. Un modo per ribadire che la scelta di non far sbarcare i migranti a bordo della Nave Diciotti tra cui diversi minorenni -prima dell’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella – fu una valutazione collegiale fatta dall’intero governo e non da un singolo ministro.

Giuseppe Conte si assume la responsabilità del Caso Diciotti

«La vicenda Diciotti si inquadra nell’ambito della politica sulle migrazioni perseguite dal Governo – ha spiegato Giuseppe Conte da Cipro -. Io sono la massima autorità di Governo e quindi sono responsabile di questa politica. Mi sento e mi devo assumere la piena responsabilità politica di quello che è stato fatto e in particolare della vicenda Diciotti. Mi sento e mi assumo la piena responsabilità politica della vicenda Diciotti: non possono giudicare me stesso. Saranno i senatori che giudicheranno la linea politica del Governo».

A lavoro al Med7 di Nicosia per i migranti

A margine del summit della sponda Sud dell’Unione Europea (Med7) in corso a Nicosia, il presidente Giuseppe Conte ha poi parlato anche delle iniziative future in termini di gestione dei flussi migratori: «Si lavora sempre su base volontaria, di volta in volta. Non è certo questa la soluzione che abbiamo prefigurato nelle conclusioni del vertice del Consiglio europeo dello scorso giugno. Dobbiamo pervenire ad un meccanismo che funzioni in modo che non sia solo condiviso ma anche automatico, non possiamo ogni volta soffrire l’emergenza e trovare di volta in volta a stentare a trovare un meccanismo caso per caso».

(foto di copertina: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI)

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