No, Giuseppe Conte non è stato condannato dal Tribunale di Pisa

Non è stato emesso alcun provvedimento nei confronti dell'ex Presidente del Consiglio da parte dei magistrati. Si tratta della classica forzatura fatta da molti quotidiani (Libero in testa) nel titolo

02/07/2021 di Enzo Boldi

Il nuovo corso sallustiano porta i propri frutti e la differenza tra quel che era prima Libero quotidiano e quel che è adesso è molto evidente. Abbiamo deciso di iniziare questo articolo di fact-checking con una bufala, visto che il giornale – che ora vede la direzione affidata al duo Sallusti-Senaldi, come un Giano Bifronte degli anni Duemila – prosegue imperterrito nel suo stile comunicativo esplosivo. Il mood è sempre lo stesso: sparo un titolone in prima pagina e poi fa niente che all’interno dell’articolo il testo racconti tutta un’altra verità (che smentisce proprio la tesi gridata in grassetto). Ed è il caso della notizia su Giuseppe Conte condannato dal Tribunale di Pisa.

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Partiamo da un fatto: Giuseppe Conte non è stato mai condannato dal Tribunale di Pisa. E si evince dallo stesso articolo (qui la versione in archivio) pubblicato sulla versione online di Libero quotidiano. Vedere per credere.

Si potrà dire: «Ma c’erano le virgolette a contornare la parola “condannato”». Certo, ma questa dinamica è classica della dinamica del titolo acchiappa-click. Purtroppo, però, in molti si fermano proprio a quell’apparenza titolistica e non proseguono nell’attenta lettura di un articolo. Insomma, il messaggio che è passato con il pezzo pubblicato su Libero (ma anche su altri quotidiani di tiratura nazionale) è quello della condanna di Giuseppe Conte.

Conte condannato dal Tribunale di Pisa, la bufala

In realtà, come spiega Bufale.net, il Tribunale di Pisa si è espresso sul ricorso presentato da due cittadini di origine marocchina (con buona pace di Libero) pizzicati fuori dalla loro abitazione di Cascina in violazione del Dpcm entrato in vigore l’8 marzo dello scorso anno. Si tratta, addirittura, di una sentenza data 17 marzo 2021 (quindi oltre tre mesi e mezzo fa) in cui si assolvono i due uomini perché «il fatto non sussiste». Uno dei due, però, è stato condannato a quattro mesi per aver forzato il posto di blocco. Questi alcuni passaggi significativi di quella sentenza:

«La delibera dichiarativa dello stato di emergenza adottata dal Consiglio dei ministri il 31.1.2020 è illegittima per essere stata emanata in assenza dei presupposti legislativi, in quanto non è rinvenibile alcuna fonte avente forza di legge, ordinaria o costituzionale, che attribuisca al Consiglio dei ministri il potere di dichiarare lo stato di emergenza per rischio sanitario. […] A fronte della illegittimità della delibera, devono reputarsi illegittimi tutti i successivi provvedimenti emessi per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica. […]A causa della epidemia da Covid-19 sono state emanate disposizioni che hanno comportato la compressione di alcune libertà garantite dalla nostra Carta Costituzionale, libertà che concernono i diritti fondamentali dell’uomo e costituiscono il “nucleo duro” della Costituzione stessa. […] Solo un atto avente forza di legge e non un atto amministrativo, come è il Dpcm, può porre limitazioni a diritti e libertà costituzionalmente garantiti».

Insomma, secondo la giudice che ha valutato questo caso, i due cittadini non possono essere condannati a pagare la sanzione prevista dal Dpcm perché quel decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri è ritenuti illegittimo. Ma non c’è alcun riferimento a una “condanna” nei confronti di Giuseppe Conte e gli ammiccamenti possono finire qui. Con una storia ben diversa, anche senza le virgolette.

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