Europee 2019, la candidatura di Giuseppe Civati è «Possibile»?

Si muove qualcosa a sinistra, in vista delle elezioni europee 2019. E potrebbe esserci una sorpresa nel campo dei progressisti. Mentre Nicola Zingaretti, dal palco di Potenza, cerca la strada del dialogo con i Verdi e con Italia in Comune di Federico Pizzarotti, con i Socialisti di Nencini e con Articolo 1, Beatrice Brignone di Possibile lancia una proposta completamente innovativa, destinata a sparigliare le carte. E, se dovessero esserci le condizioni, questo nuovo progetto includerebbe una candidatura in prima persona di Giuseppe Civati.

Giuseppe Civati in lizza per le europee 2019?

La Brignone pensa a una lista femminista ed ecologista, distante dalle logiche della spartizione dei seggi tra i vari movimenti politici. Una lista con chi ci sta, basata esclusivamente sui contenuti e non sui nomi. L’idea è quella di sfruttare i grandi movimenti di piazza degli ultimi tempi. Le donne unite nello sciopero femminista dell’8 marzo, ma anche i tanti giovani che hanno manifestato in difesa dell’ambiente e contro il cambiamento climatico, soltanto pochi giorni fa. Per non parlare delle migliaia di persone che hanno attraversato le strade di Milano nella giornata antirazzista di inizio mese.

«Alle Europee – dice Beatrice Brignone – non basta una manciata di capilista donne per cambiare le cose. Siamo molto arrabbiate di fronte alle interviste tutte maschie degli ultimi giorni. Abbiamo deciso di dimostrare nei fatti quello che ci diciamo sempre: non aspettiamo che ci aprano le porte, apriamole noi, con una lista femminista, ecologista, progressista. Ne ho già parlato con Rossella Muroni, Laura Boldrini, Anna Falcone, Cecilia Strada ed Elly Schlein».

L’apertura di Giuseppe Civati a una lista femminista

In una proposta che cancellerebbe con un colpo di spugna le varie dinamiche delle candidature di partito e l’appiattimento sugli schemi dei gruppi politici europei, potrebbe trovare spazio anche il nome di Giuseppe Civati. Soltanto qualche giorno fa, il fondatore di Possibile aveva scritto sul suo blog: «Nei giorni scorsi abbiamo visto un movimento, anzi due: legano gli europei più di qualsiasi altro manifesto lista cena o altre furbizie. E parlano di economia e di società, le guardano con lenti formidabili. Per l’occupazione, gli investimenti e soprattutto per ridurre le disuguaglianze. E a chi vi dice: cosa c’entrano le donne e l’ambiente con l’economia, beh, fategli dei disegni».

La proposta di Possibile, insomma, potrebbe creare un polo di attrazione progressista. Il progetto, infatti, non è chiuso soltanto ai nomi indicati da Beatrice Brignone, ma è plurale e aperto a tutte quelle forze che accettano il confronto sui temi cari alla sinistra: l’ecologia, i diritti, la partecipazione.

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