Forza Nuova difende Giuliano Castellino: «Giornalisti de L’Espresso come i maniaci dietro agli alberi»

08/01/2019 di Redazione

Le manifestazioni per commemorare gli episodi di via Acca Larentia a Roma riescono sempre a trascinarsi dietro ondate di polemiche. Ieri, due giornalisti de L’Espresso – Federico Marconi e Paolo Marchetti – sono stati aggrediti da alcuni esponenti dell’estrema destra, tra cui Giuliano Castellino uno dei coordinatori romani di Forza Nuova. Lo scorso anno, invece, fecero discutere le fotografie di quella che sembrava una parata in piena regola per le strade della Capitale.

Giuliano Castellino, la difesa di Forza Nuova

Ma, in seguito alla gravità del gesto, è opportuno soffermarsi sull’aggressione ai giornalisti de L’Espresso. Stando al loro racconto, a rendersi protagonista del pestaggio sarebbe stato anche Giuliano Castellino. Che, in virtù dei suoi precedenti, non si sarebbe dovuto trovare lì. Attualmente, infatti, l’uomo è sottoposto a un provvedimento restrittivo che non gli dovrebbe permettere di partecipare a queste manifestazioni pubbliche.

In passato, infatti, Castellino ha avuto diversi problemi con la giustizia: a Corviale era stato arrestato per essere intervenuto in una manifestazione di protesta contro uno sgombero, in precedenza era stato accusato di truffa nel commercio di prodotti per celiaci. Nonostante questo, tuttavia, Forza Nuova – il movimento politico a cui fa riferimento – ha deciso di difendere il suo comportamento e di attaccare i giornalisti de L’Espresso. Si tratta dell’altro lato della vicenda, quello che – se possibile – è ancora più preoccupante: non soltanto il movimento, attraverso alcuni suoi rappresentanti, è stato coinvolto in una bruttissima pagina per la libertà di espressione nel nostro Paese, ma ha anche difeso gli autori dell’aggressione, utilizzando – tra le altre cose – termini davvero poco rispettosi.

«Giornalisti de L’Espresso come maniaci»

«Perché dei fotografi – si legge in una nota diffusa anche attraverso i social network -, invece di presentarsi come tali, si nascondono dietro gli alberi come fossero maniaci? Perché le richieste di buona educazione e decenza nel corso di una commemorazione per i caduti all’interno di un cimitero diventano per i pennivendoli un’aggressione? Perché un giornalista de L’Espresso dovrebbe essere lecitamente in possesso di fotografie con minori legati ai presenti?  Tutto è permesso di fronte ad un pretestuoso e morboso diritto di cronaca? Certamente no».

Queste dichiarazioni, prodotte da un partito che si presenta regolarmente alle elezioni locali e nazionali, non fanno altro che gettare altra benzina sul fuoco. Intanto, la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta sull’aggressione subita ieri al cimitero del Verano dal cronista dell’Espresso Federico Marconi e dal fotografo Paolo Marchetti.

FOTO: ANSA/MASSIMO PERCOSSI

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