Concentrarsi sui filmati di Giulia Sarti è inutile e morboso

Partiamo da un dato di fatto. Tutta la stampa italiana – anche Giornalettismo – si è interessata alle questioni riguardanti Giulia Sarti. C’era notiziabilità, nel senso che una deputata del Movimento 5 Stelle presidente della Commissione Giustizia alla Camera è stata accusata di aver violato lo statuto interno del Movimento 5 Stelle sulla restituzione dei rimborsi che spettano ai parlamentari e, per mascherare questo fatto, avrebbe addirittura mentito addossando la colpa al suo ex compagno. La posizione di Andrea Bogdan Tibusche, infatti, è stata archiviata perché i magistrati della Procura di Rimini non hanno ravvisato l’appropriazione indebita del denaro dei rimborsi di Giulia Sarti.

Giulia Sarti, la stampa sta affrontando il caso nel modo giusto?

Quindi, l’interesse pubblico è stato ampiamente soddisfatto. Abbiamo scoperto – grazie a un’inchiesta de Le Iene – che alcuni soldi non erano stati restituiti e che erano stati utilizzati per altre spese. Tra queste, ci sarebbero anche quelle relative all’installazione di alcune telecamere di videosorveglianza in casa di Giulia Sarti. La cifra destinata a questa operazione sarebbe di 4000 euro.

Dopo la puntata di ieri della trasmissione Mediaset, Le Iene sembrano concentrarsi proprio su questa spesa, perché in qualche modo convinte – dall’incrocio delle proprie fonti – che ci sia di mezzo una storia di filmati hard. Proprio questo è il punto. Approfondire questa questione è utile? Rientra ancora in quell’interesse pubblico di cui parlavamo prima? Filippo Roma, nell’intervista pubblicata ieri ad Andrea Bogdan Tibusche, ha mostrato anche alcune chat in cui si faceva una chiara allusione a filmati di natura sessuale.

Perché non ha senso (ed è degradante) occuparsi di presunti filmini di Giulia Sarti

Ma è sbagliato insistere su questa storia. La sensazione è che la vicenda della deputata Giulia Sarti si stia trasformando in una sorta di revenge porn sofisticato, fatto di detti e non detti, di ricami, di materiali fatto trapelare ad arte e poco alla volta, per aumentare la morbosa curiosità del pubblico. Fino a dove i giornalisti si possono spingere per trattare la delicata vicenda delle telecamere di videosorveglianza della Sarti?

A nostro modo di vedere, il modo giusto per affrontare la questione sarebbe quello di capire se questi filmati di videosorveglianza siano stati incompatibili con la funzione avuta fino a qualche giorno fa dalla Sarti, ovvero quella della presidenza della Commissione Giustizia. Sono state registrate delle persone a loro insaputa per vicende che riguardano il lavoro della Sarti in Commissione? Questo rientrerebbe nell’interesse pubblico e nelle questioni relative alla compatibilità della carica.

Se le telecamere sono state installate in camera da letto per altri motivi non riguarda noi, non riguarda Le Iene e non riguardano tutte quelle persone che stanno inondando le bacheche Facebook della Sarti con insulti e allusioni di ogni tipo. La vicenda dei mancati rimborsi è seria. Ma non si deve trasformare in una gogna voyeuristica.

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