Non c’è nessuna proposta ufficiale in Francia per vendere la Gioconda e uscire dalla crisi del Covid-19
13/05/2020 di Redazione
Da qualche ora, la discussione sui social network ruota tutta intorno alla Gioconda. Sono in tanti che, come al solito quando si parla di questo tema, si abbandonano agli slogan (del tipo ridatecela e Italia campione del mondo, po po ro po po poooo) senza avere contezza di quello di cui si sta discutendo. Già, perché in seguito a un’intervista pubblicata sul Corriere della Sera (di cui come al solito è stato letto soltanto il titolo), è passato il messaggio che la Francia abbia intenzione di vendere la Gioconda per superare, sopratttutto nel settore della cultura, l’emergenza coronavirus.
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Gioconda, perché si parla della sua vendita per superare la crisi del coronavirus
In realtà si tratta di una semplice provocazione portata avanti da Stéphane Distinguin, che prima ne ha parlato con la rivista Usbek & Rica e poi ha rilasciato anche un’intervista al Corriere della Sera. Ma la sua parola resta una opinione, dal momento che di mestiere Distinguin fa il consulente per l’innovazione digitale e non ha certo incarichi di governo. Si tratta di un imprenditore privato che, in quanto tale, esprime le proprie opinioni che alla stampa piacciono perché hanno una eco clamorosa.
Appunto, la sua proposta sulla vendita della Gioconda resta tale. Ha pensato che il quadro di Leonardo da Vinci potesse diventare una sorta di garanzia per gli scambi in moneta virtuale oppure una sorta di totem da mandare in tourneé in giro per il mondo per muovere un indotto che possa consentire di salvare il settore della cultura, dopo la pesante crisi che l’ha colpito in seguito all’epidemia di coronavirus.
È lui stesso a dire che in Francia le reazioni della politica alla sua proposta sono delle più disparate, ma che vanno nella stessa direzione: la Gioconda non si può vendere in alcun modo. Dunque, qualsiasi discussione sul tema non resta in piedi, dal momento che manca la condizione primaria. Nessuno pensa concretamente che il simbolo del museo del Louvre possa essere venduto. Anche perché il suo valore, in quanto opera d’arte assoluta, non potrebbe affatto essere stimato.