Arrestata la coordinatrice nel Lazio di ‘Cambiamo! Con Toti’. L’accusa: estorsione con metodi mafiosi
29/01/2020 di Enzo Boldi
Questa mattina la squadra mobile di Latina ha arrestato Gina Cetrone, famosa imprenditrice dell’agro-pontino, coordinatrice nel Lazio del movimento ‘Cambiamo” Con Toti’, ed ex consigliere regionale. La donna è finita in carcere, come misura cautelare, con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Stesso provvedimento anche nei confronti di alcuni esponenti del clan Di Silvio: Armando Di Silvio, detto Lallà, e dei figli di questo Gianluca e Samuele. Manette anche per il marito dell’imprenditrice.
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Secondo l’accusa, che aveva avanzato la richiesta della detenzione cautelare in carcere lo scorso 9 gennaio, Gina Cetrone e il marito (entrambi imprenditori che si occupano di produzione di olio) avrebbero avuto diversi contatti con i membri del clan Di Silvio – molto forte nella zona del basso Lazio – per recuperare debiti da alcuni imprenditori e garantirsi affissioni a scopo elettorale.
Gina Cetrone arrestata per estorsione con metodo mafioso
In sintesi, dunque, moglie e marito sarebbero risultati essere mandanti – ma è in corso un’inchiesta e ci sarà un processo per verificare le loro responsabilità – di vessazioni e atti di violenza nei confronti di alcuni creditori. Gli episodi contestati risalirebbero al 2016, quando alcuni membri del clan Di Silvio sarebbero stati contattati da Gina Cetrone per intimidire un imprenditore abruzzese che non aveva ancora pagato una fornitura di bottiglie di vetro. E l’incontro tra loro sarebbe avvenuto proprio nella casa della coordinatrice di ‘Cambiamo! Con Toti’, che nei giorni scorsi si era sfogata così sui social.
Le affissioni elettorali a Terracina
Oltre ad affari relativi alla sua attività di imprenditrice, le accuse riguarderebbero anche le minacce protratte da alcuni esponenti del clan Di Silvio per quel che riguarda la campagna elettorale a Terracina del 2016. Gina Cetrone, all’epoca, era candidata sindaco della cittadina del basso Lazio. Alcuni addetti alle affissioni sarebbero stati minacciati perché il manifesto dell’imprenditrice doveva rimanere in bella vista, senza essere coperto. Ora si attende l’esito del processo.
(foto di copertina: da profilo Facebook di Gina Cetrone)