Mondo di Mezzo, Gianni Alemanno condannato a sei anni di carcere
25/02/2019 di Enzo Boldi
L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è stato condannato a sei anni con l’accusa di corruzione e finanziamento illecito in uno dei filoni dell’inchiesta Mondo di mezzo. La sentenza è stata emessa dalla seconda sezione penale del tribunale di Roma. Si tratta di un filone parallelo a quello che ha visto indagati Massimo Carminati e Salvatore Buzzi. L’ex primo cittadino della capitale è stato anche stato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici, per due anni non potrà contrattare con la pubblica amministrazione. Inoltre, dovrà risarcire sia Ama che Roma Capitale ed è stata fissata una provvisionale di 50mila euro sia per la municipalizzata che per il Campidoglio. Confiscati anche 298mila euro dai suoi conti bancari.
La sentenza della seconda sezione penale è arrivata dopo due ore di camera di consiglio: il pm Luca Tescaroli aveva chiesto una condanna a cinque anni di carcere. Alemanno era accusato di corruzione e finanziamento illecito e, secondo la procura, avrebbe percepito oltre 200mila euro senza averne titolo, buona parte dei quali attraverso la fondazione Nuova Italia da lui presieduta.
Gianni Alemanno contesta la sua condanna
«Una sentenza sbagliata – ha commentato Gianni Alemanno dopo la lettura delle sentenza da parte dei giudici del processo di primo grado -. Ricorreremo sicuramente in appello dopo aver letto le motivazioni. Io sono innocente l’ho detto sempre e lo ribadirò davanti ai giudici di secondo grado».
L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, era imputato per corruzione e finanziamento illecito in uno dei filoni dell’inchiesta sul Mondo di Mezzo. Il pm Luca Tescaroli nell’udienza dell’8 febbraio scorso ha sollecitato per l’ex primo cittadino della Capitale una condanna a cinque anni. L’ex primo cittadino, secondo l’accusa, tra il 2012 e il 2014 avrebbe ricevuto oltre 223mila euro per compiere atti contrari ai doveri del suo ufficio. I soldi, in base all’impianto accusatorio, sarebbero giunti da Salvatore Buzzi in accordo con Massimo Carminati e sarebbero stati versati alla fondazione Nuova Italia, presieduta proprio da Gianni Alemanno.
Le accuse all’ex sindaco di Roma
Secondo l’accusa, Gianni Alemanno era «l’uomo politico di riferimento dell’organizzazione Mafia Capitale all’interno dell’amministrazione comunale soprattutto, in ragione del suo ruolo apicale di sindaco, nel periodo 29 aprile 2008 -12 giugno 2013. I suoi uomini di fiducia indagati e alcuni anche condannati in Mafia Capitale, sono stati proiezione della persona di Alemanno, che ha impiegato per la gestione del proprio potere, e si sono interfacciati con gli esponenti apicali di Mafia Capitale, suoi corruttori». Buzzi e Carminati.
(foto di copertina: ANSA/MASSIMO PERCOSSI)