La truffa dei gettoni d’oro mai coniati per alcuni premi delle trasmissioni Rai
04/04/2019 di Enzo Boldi
La Guardia di Finanza di Roma ha consegnato gli avvisi di garanzia ai danni di cinque tra dirigenti ed ex dirigenti del Poligrafico dello Stato. Per loro l’accusa è di truffa aggravata e frode nelle forniture pubbliche nella gestione, la fatturazione e il conio dei famosi gettoni d’oro per il pagamento di molti premi delle trasmissioni e quiz televisivi della Rai. Secondo l’accusa, il Poligrafico aveva firmato accordi con l’azienda pubblica ma provvedeva a ‘stampare’ la moneta solo in caso di rinuncia al ‘contro-valore economico’ da parte del vincitore.
I provvedimenti e la consegna degli avvisi di garanzia da parte degli uomini delle Fiamme Gialle della capitale, arrivano alla conclusione delle indagini – coordinate dalla procura capitolina e svolte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria – che riguardavano gli accordi sottoscritti tra la Rai e l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato per la fornitura di gettoni d’oro nel nel triennio 2013-2016. I premi erano da consegnare ai vincitori di concorsi presenti in varie trasmissioni trasmissioni televisive dell’azienda pubblica: ‘Red or Black’, ‘Uno Mattina’, ‘Super Brain – Le Super Menti’, ‘I Fatti Vostri’, ‘Mezzogiorno In Famiglia’, ‘L’anno Che Verrà’, ‘La Terra Dei Cuochi’, ‘La Prova Del Cuoco’ e ‘Affari Tuoi’.
La truffa alla Rai per i gettoni d’oro
La truffa dei gettoni d’oro non era volta a non pagare i vincitori dei concorsi a premi delle trasmissioni Rai, ma a una gestione fuori dai vincoli dell’accordo siglato tra la televisione pubblica e il Poligrafico dello Stato. Come scritto nel provvedimento consegnato ai cinque indagati, «facevano coniare i gettoni esclusivamente nel caso in cui gli aventi titolo, specificamente interpellati, rifiutassero la proposta di ricevere il controvalore in denaro. Di converso, nell’ipotesi di richiesta dell’equivalente monetario, gli indagati apparentemente allo scopo di consentire all’Istituto di ottenere un risparmio nell’acquisto di oro ma in realtà con il fine ultimo di raggiungere gli obiettivi aziendali loro assegnati, strumentali al conseguimento di incentivi annui pro capite fino a circa 45 mila euro non procedevano, in violazione del citato contratto, al conio dei gettoni, predisponendo falsa documentazione interna».
Il controvalore in euro e la sottrazione dell’Iva
In sintesi, i gettoni d’oro venivano stampati solamente se espressamente richiesti dal vincitore del concorso televisivo, altrimenti l’oro non veniva acquistato e gli obiettivi aziendali erano più facili da conseguire a fine anno. Gli accordi e i contratti firmati tra la Zecca dello Stato e la Rai, invece, prevedevano l’immediata disponibilità di quel simbolo della vittoria, a prescindere dalla volontà di un concorrente di optare per il controvalore economico (che è simile a quello in euro, ma a cui va sottratto il 22% di Iva).
(foto di copertina: da Report)