Cosa sappiamo della storia del gatto morto in una scuola di Gioia Tauro

18/05/2019 di Enzo Boldi

Nel tardo pomeriggio di ieri si è diffusa una grave e triste notizia da Gioia Tauro. Un collaboratore scolastico – quelli che vengono chiamati volgarmente ‘bidelli’ – dell’Istituto Eugenio Montale si sarebbe reso protagonista di un brutto gesto, il tutto davanti agli occhi dei bambini, provocando la morte di un gatto che era entrato in un’aula della scuola. La denuncia è partita da alcuni genitori al dirigente scolastico ed ha ottenuta molta eco grazie ai messaggi social condivisi da molte pagine animaliste. L’uomo incriminato, però, ha raccontato una versione molto diversa, e la vicenda del gatto ucciso a scuola sembra non avere contorni ben definiti.

Da una parte ci le denunce che raccontano una versione molto grave, se confermata. «Un gattino si è introdotto in un aula e il dirigente scolastico chiama il bidello per fare uscire il gatto – ha dichiarato Maria Antonia Catania, delegata degli Animalisti Italiani, nella sua versione dei fatti inviata al Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria Antonio Marziale -. Il bidello invece di cacciare il gatto ha preso un bastone ed ha iniziato a bastonare il gatto sino a farlo morire dopo un’ora di agonia. Il tutto sotto gli occhi attoniti dei bimbi, il gatto perdeva sangue dalla bocca, non oso pensare lo choc che hanno dovuto subire i bimbi. Una vera atrocità commessa con crudeltà e determinazione. Non riesco ancora a crederci». Sul web è anche nata una petizione per chiedere il licenziamento del collaboratore scolastico. Nel giro di meno di 24 ore è arrivata a quasi 40mila adesioni.

Gioia Tauro, la storia del gatto ucciso a scuola

Un fatto di una gravità assoluta. Il bidello della scuola primaria Eugenio Montale di Gioia Tauro, però, ha fornito al suo dirigente scolastico Francesco Bagalà – questo è il nome del preside e non del collaborato incriminato, come invece si sta scrivendo sui social network – una versione molto differente. Come riporta bufale.net – riprendendo un’intervista fatta da lacnews24.it – l’uomo ha parlato di un auto-ferimento da parte del felino che, tra le altre cose, non era entrato in una classe, ma nella palestra dell’istituto.

La versione del collaboratore scolastico

Il collaboratore scolastico ha racconta al preside che «il gatto era in palestra da diversi giorni e non riusciva ad uscire, era ‘impazzito’. Si è infilato in un buco, gli ha allungato un bastone al quale il micio si sarebbe aggrappato ferendosi. Avrebbe quindi portato il gatto fuori mettendolo in un bidone. I bambini erano lì presenti che facevano educazione fisica. Se c’è un fatto grave ci sono regolamenti e sanzioni ma bisogna vedere prima cosa è successo, bisogna appurare i fatti e poi si faranno le valutazioni». Una versione che sarà confermata. Qualora, però, fosse confermata la storia del gatto ucciso a scuola davanti agli occhi dei bambini, la vicenda sarebbe molto grave. Si attendono sviluppi.

 

(Foto di copertina: Dinendra Haria/SOPA Images via ZUMA Wire)

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