Non solo Gammino: gli 8 criminali catturati grazie a Google Maps

Il boss agrigentino della ‘Stidda’ è stato arrestato a Madrid lo scorso 17 dicembre. Prima di lui, però, le mappe di Google hanno aiutato gli investigatori a risolvere altri 4 fatti di cronaca

11/01/2022 di Enzo Boldi

Pensavano di averla fatta franca, facendo perdere le proprie tracce dopo aver commesso reati (alcuni efferati). Magari emigrando in mondi lontani, fuori dal clamore delle ricerche da parte degli investigatori e dall’opinione pubblica. Ma non avevano fatto i conti con quell’occhio invisibile chiamato Google Maps (e la sua Street View) che li ha immortalati e ha consentito alle forze dell’ordine di individuarli e, poi, arrestarli. Nei giorni scorsi ha fatto clamore questo processo che ha portato al fermo, del boss latitante Gioacchino Gammino. Ma l’uomo, condannato per un omicidio nel 1989 ed evaso dal carcere di Rebibbia nel 2002, è finito al centro di quell’occhio imperturbabile che tutto vede, anche a nostra insaputa. E non è stato l’unico.

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Il caso Gammino, dunque, è solo la punta dell’iceberg. In Italia ha avuto una vasta eco mediatica perché si trattava di un cittadino italiano, condannato ed evaso che aveva fatto perdere le proprie tracce per 20 lunghi anni.

Ma in giro per il mondo ci sono stati altri casi analoghi. The Next Web ha provato a fare un piccolo viaggio nel tempo, andando a ricostruire i precedenti. E ha trovato almeno altre sette persone – coinvolte in altri 4 fatti di cronaca – che si sono fatti pizzicare dall’occhio indiscreto di Google Maps.

Gammino e gli altri criminali arrestati grazie a Google Maps

Oltre a Gammino, infatti, il primo caso riguarda un uomo accusato di rapimento e violenza sessuale nel 2017 a Milwaukee. La donna, vittima dello stupro e del sequestro, aveva raccontato agli investigatori di aver visto che uno dei due uomini aveva utilizzato Google Maps come navigatore satellitare durante le fasi del rapimento. E la Polizia, come raccontato anche da NBC News, chiese e ottenne un mandato di Geofence per confrontare i dati dei telefoni collegati, in quel momento, all’app di Google. E da lì si è arrivati al telefono del rapitore, che è stato arrestato.

Andando indietro nel tempo – era il 2009, quasi un Era geologica per la tecnologia -, un 14enne era stato aggredito e rapinato da due fratelli gemelli a Groningen, in Olanda. Il giovane aveva presentato denuncia, ma i due non erano stati individuati. Sei mesi dopo, però, lo stesso ragazzo utilizzando Street View aveva riconosciuto i suoi aggressori segnalando il tutto alla Polizia. Poi la sorpresa. La telecamera di Google Maps li aveva immortalati solo qualche minuto prima rispetto a quell’aggressione. E per loro è scattato l’arresto, con tanto di confessione.

Gli altri casi

Gammino il boss latitante, due sequestratori e stupratori e i gemelli delle rapine e aggressioni. A questo elenco va aggiunta anche la storia di tre presunti spacciatori di eroina a New York. I tre pusher, che erano già stati fermati insieme ad altre quattro persone, non avevano confessato. Ma la telecamere di Google li aveva immortalati proprio mentre stavano spacciando eroina alla luce del sole. Colti in flagrante. E, a completare il novero, c’è il ladro britannico di roulotte: era il 2012, quando il figlio 11enne di uno dei derubati lo pizzicò proprio su Google Maps Street View, mentre gironzolava attorno a quel mezzo che rubò qualche istante dopo. E da lì arrivò l’arresto.

Ovviamente, come noto, tutte le immagini presenti su Google Maps – Street View – sono oscurate per rendere i volti non riconoscibili. Proprio per tutelare la privacy dei cittadini. In alcuni casi, però, le forze dell’ordine possono chiedere l’autorizzazione per ottenere l’immagine originale e poter effettuare i controlli del caso. Come avvenuto per questi 8 arresti.

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