Condannato a 18 mesi di reclusione l’uomo che insultò Francesca Barra su Facebook
La pena decisa dal Tribunale di Potenza nei confronti di un funzionario della Regione Basilicata
24/09/2020 di Enzo Boldi
Un anno e due mesi di carcere. Questo è quanto ha deciso il giudice del Tribunale di Potenza nel processo di primo grado che vedeva come imputato Domenico Leccese, reo di aver insultato e diffamato la giornalista Francesca Barra e il suo compagno Claudio Santamaria su Facebook. L’uomo, all’epoca dei fatti, era un funzionario della Regione Basilicata. Si scagliò contro la donna proprio dopo l’ammissione delle sua relazione con l’attore romano. Ora è arrivata la prima sentenza, con il giudice che ha alzato la pena rispetto alla richiesta fatta dal pm.
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Quegli insulti, infamanti e diffamanti, furono pubblicati su Facebook in risposta a un post pubblicato da Francesca Barra. Tra i messaggi peggiori c’era scritto: «Orgoglio di sto caxxx sta tro*a che Dio punisca te e poi i tuoi figli». Non solo i modi e i toni, ma anche quel che c’era scritto ha fatto scattare la denuncia, l’indagine e, ora, la condanna in primo grado da parte del Tribunale competente, quello di Potenza. Inoltre Domenico Leccese non si è mai pentito di quanto scritto.
Francesca Barra, condannato a 18 mesi l’uomo che la insultò su Facebook
In un’intervista a La Repubblica del 6 ottobre del 2017, l’uomo dichiarò: «Ma che ho fatto di male? Sono personaggi pubblici e non possono pretendere di essere esenti da critiche». Ma quelle, come evidente, non erano critiche ma veri e propri insulti diffamanti via social. E quei commenti furono condannati immediatamente anche da Claudio Santamaria, che aveva invitato i giudici a perseguire questo tipo di reati.
La giornalista e non solo
Inoltre, Domenico Mimmo Leccese era stato protagonista di altri insulti via social. Come quando nel 2016 scrisse volgarità nei confronti di Selvaggia Lucarelli, che lo chiamò in diretta (a M2O) invitandolo a ripetere quello che scriveva sui social. Insomma, i precedenti che hanno portato alla condanna erano ben evidenti.
(foto di copertina: da profilo Instagram di Francesca Barra)