Le foibe secondo Salvini: «Mattarella e Pahor hanno reso omaggio a chi aveva la ‘colpa’ di non essere comunisti»

14/07/2020 di Redazione

La metamorfosi di una questione storica. Così Matteo Salvini ha commentato il gesto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del presidente sloveno Borut Pahor davanti alla foiba Basovizza (gesto che, tra le altre cose, è stato ripetuto anche davanti al Narodni Dom, la casa del popolo restituito alla minoranza slovena dopo l’incendio dei fascisti di 100 anni fa). «Il Presidente Mattarella che prende la mano al Presidente sloveno Pahor, alla Foiba di Basovizza, non è una semplice fotografia: è una immagine che rende giustizia a tante donne e uomini che hanno pagato con la vita la “colpa” di non essere comunisti».

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Dunque, secondo Matteo Salvini in quel momento si stavano omaggiando delle persone che avevano la colpa di “non essere comunisti” e non le vittime di un eccidio che aveva delle ragioni etniche prima che delle ragioni politiche. Le vittime delle foibe, e più in generale delle persecuzioni dei partigiani jugoslavi, erano anche cittadini comuni che non venivano di certo uccisi per le loro posizioni politiche, ma per il fatto di avere una storia diversa da quella delle popolazioni jugoslave che per anni avevano vissuto dispute territoriali e contrasti con i cittadini di origini italiane.

Come Salvini ha acuito il contrasto sul gesto distensivo di Mattarella alla foiba Basovizza

Tra l’altro, il gesto del presidente Mattarella – fortissimo nel suo simbolismo (è stata la prima stretta di mano del presidente della Repubblica dopo il lockdown) – è stato un gesto di distensione, che non può essere vanificato dalla solita polemica politica sulle foibe. Non c’era la colpa di “non essere comunisti” nella ragione di un eccidio efferato. C’era un contrasto tra popoli, che deve essere visto proprio in questa luce per dare una dimensione corretta al fenomeno.

Vale appena la pena ricordare che gli eccidi delle foibe, anche se in alcuni casi avevano l’obiettivo di eliminare degli oppositori politici, sono stati perpetrati proprio nei confronti del popolo italiano, nella maggior parte dei casi indipendentemente dalla fede politica. Quella di Matteo Salvini appare una tesi ispirata al revisionismo dell’episodio legato agli ultimi due decenni, quando il massacro delle foibe è stato genericamente interpretato come una brutale azione del comunismo. Senza distinzione tra regime autoritario (quello di Tito che è stato responsabile del massacro) e ideologia.

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