Nel 2022, è ancora importante utilizzare un firewall?

Una delle primordiali forme di protezione dei dispositivi connessi a Internet, ancora oggi è di fondamentale importanza in coabitazione con altri sistemi antivirus

20/11/2022 di Enzo Boldi

Prima dei software antivirus, prima che l’attenzione sulla cyber security diventasse argomento da affrontare nel quotidiano per via della continua evoluzione dei mezzi tecnologico, del digitale e della rete. Chi è nato prima degli anni ’90 avrà sentito parlare immediatamente – al primo acquisto o utilizzo di un personal computer – di uno strumento nato proprio per garantire una maggiore sicurezza informatica durante le connessioni (non solo a Internet, ma anche alle reti locali). Oggi se ne parla meno, ma questo software/hardware (che non è installato solamente sui device, ma anche sugli strumenti di connessione), è fondamentale per coadiuvare le funzioni dei famosi antivirus. Per questo motivo è importante, ancora ai giorni nostri, provare a spiegare il firewall, dal cosa è al suo utilizzo su larga scala. Comprese le evoluzioni arrivate nel corso degli anni che hanno reso tutto ciò uno strumento ineludibile anche all’interno delle aziende.

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Partiamo, come sempre abbiamo fatto in questo lungo viaggio all’interno del vocabolario digitale della cyber security, dalla spiegazione letterale (ancor prima che tecnica) che risponde alla domanda “Firewall cosa è?“. E per farlo utilizziamo il lemma inserito all’interno dell’Enciclopedia Treccani: «Dispositivo hardware o software di difesa, utilizzato durante la navigazione in rete contro eventuali attacchi di cracker o altri tentativi di intrusione; funziona come un filtro dei dati in entrata e in uscita dal computer collegato a Internet, dei quali controlla l’affidabilità innalzando il livello di sicurezza del sistema sul quale è installato». Il termine, come evidente, deriva dal linguaggio anglosassone e identifica quello che, a tutti gli effetto, è un muro di fuoco, anzi: un muro tagliafuoco. Un sistema di protezione, una parete per “tagliare” il fuoco all’interno di un edificio. Insomma, uno strumento tecnico di contenimento e difesa. Da qui l’estensione del significato all’interno del vocabolario della cyber security. Ma non finisce qui, perché con il passare del tempo (in seguito affronteremo anche l’impatto sulle rete interne aziendali) questo strumento ha assunto funzioni e contorni ancor più estesi. Come il “controllo” e il “vincolo” sui siti che possono essere visualizzati all’interno di una determinata rete (locale e non solo).

Firewall cosa è?

La dinamica, dunque, è quella della difesa di un dispositivo informatico. Esiste in due vesti (con annesse sfaccettature): la prima è un software, la seconda è un hardware. Ed è uno strumento di difesa perimetrale che serve a proteggere pc – e non solo – da eventuali malware o altri pericoli presenti in rete. E dagli anni Ottanta questo strumento è diventato di utilizzo comune anche all’interno dei sistemi operativi installati sui device. E, come spiega il portale di McAfee, le due tipologie di firewall hanno metodologie di utilizzo differenti: «I firewall hardware sono inclusi in alcuni router e richiedono poca o nessuna configurazione poiché sono integrati nel tuo hardware. Questi firewall monitorano il traffico verso tutti i computer e dispositivi collegati alla rete di quel router, il che significa che è possibile filtrare l’accesso a tutti con un solo dispositivo». L’altra tipologia, ovviamente, ha dinamiche differenti e si basa su software che, per definizione, ha precetti differenti: «Ti proteggono durante i tuoi spostamenti. Funzionano come un programma sul tuo computer o su altri dispositivi e controllano attentamente il traffico di rete per aiutarti a intercettare i programmi dannosi prima che raggiungano il tuo computer».

Dunque, dopo aver risposto alla domanda “firewall cosa è?”, occorre spiegare nel dettaglio il funzionamento tecnico. Trattandosi di software o hardware (ovvero di strumenti applicativi a device, non solo pc ma anche router) tutto ciò permette di fornire una barriera protettiva (quel muro tagliafuoco che, nella nostra vita quotidiana, può essere rappresentato da quelle porte create ad hoc per contenere le fiamme di un incendio) all’ingresso. Con la presenza di un firewall, infatti, si “filtrano” le attività di input che possono avvenire all’interno di una connessione a una rete. Si parla, spesso e volentieri, solamente di un collegamento esterno a Internet, ma si fa riferimento anche alle reti interne (sia domestiche che aziendali). Quel filtro analizza la presenza di eventuali malware o altri virus informatici che potrebbero entrare in contatto con la “macchina” proprio durante il trasferimento di dati attraverso queste porte.

Il filtro interno alle connessioni

Il funzionamento, dunque, è abbastanza semplice. Un sistema in grado di filtrare che, insieme ai software antivirus, è in grado di aumentare il sistema di protezione di una connessione o di uno o più pc (o altri device). In precedenza abbiamo citato un caso, quello del firewall aziendale che, come obiettivo di base, ha quello di garantire uno standard di sicurezza informatica elevato. Ma un’azienda può decidere di utilizzare questo strumento anche per “monitorare” le connessioni dei dipendenti collegati alla stessa rete. Vi siete mai chiesti come si possa inibire a un intero ufficio connesso alla stessa rete internet la navigazione verso determinati siti online (in particolare i social network)? La risposta è piuttosto semplice: utilizzando un firewall in grado di escludere dalle pagine web raggiungibili alcuni portali. Spesso e volentieri, infatti, alcune aziende hanno deciso di non permettere ai propri dipendenti di “perdere tempo” durante i propri turni di lavoro frequentando siti social come Facebook, Instagram, Twitter (o similari). Stesso discorso vale anche per quei siti che permettono un momento ludico attraverso i giochi online (non per forza con l’utilizzo di soldi).

Attraverso un firewall aziendale, infatti, il datore di lavoro (o chi per lui) può agire direttamente sulla connessione alla rete interna in modo da evitare che i proprio dipendenti, durante l’orario lavorativo, spendano del tempo andando a visitare portali che nulla hanno a che vedere con l’attività lavorativa. Insomma, quando ci si chiede un “firewall cosa è?” non ci si può fermare esclusivamente alla narrazione sulla sicurezza informatica e la protezione da virus, malware (o altre forme di offensive informatiche), ma occorre sottolineare come questo strumento – ormai ampiamente diffuso fin dall’inizio degli anni ’90, quando la diffusione dei pc e di internet è iniziata a farsi veemente – sia in grado di offrire un vero e proprio filtro alle connessioni.

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