Paola Perego e il tampone al figlio: l’indignazione per una notizia che notizia non è
Tanto rumore per nulla
19/08/2020 di Ilaria Roncone
Il figlio di Paola Perego ha aspettato 6 ore per fare un tampone in fila al drive in. Questa, di per sé, non è una notizia. A quanti è capitato di dover fare la stessa cosa per le ragioni più svariate in questi mesi di emergenza? Altra notizia che notizia non è, l’ansia di una madre che attende che suo figlio possa fare il tampone per vedere il risultato – si spera positivo -. Come accade spesso nel mondo di oggi, soprattutto grazie ai social, questioni che sono di semplice e ordinaria amministrazione quando accadono a personaggi famosi diventano straordinarie.
LEGGI ANCHE >>> Ci mancava solo la bufale del tampone che «rompe la barriera sanguigna ematoencefalica del cervello»
Paola Perego innervosita: «No privilegi, ma neanche indifferenza»
Probabilmente questo può essere uno dei punti che ha aizzato le persone. Paola Perego, visibilmente innervosita, in una delle storie in cui informava i follower rispetto alla situazione del figlio ha affermato che non si aspetta privilegi per essere un personaggio pubblico ma nemmeno indifferenza. Il concetto, di per sé, è giusto e applicabile a qualsiasi persona: il meccanismo dei tamponi, in sostanza, dovrebbe funzionare meglio per evitare che tante persone – e sono in molti ad aver segnalato situazioni simili – debbano attendere parecchi giorni o fare file di ore e ore per capire se sono o meno positivi al Covid. Anche il figlio della Perego ha raccontato quanto gli stava accadendo scagliandosi anche contro quelli che ha definito “buffoni” e che – via social – mettevano in giro false voci sulla sua positività presunta.
Il web insorge indignato per le parole della Perego
L’indignazione si può facilmente individuare nel numero di volte in cui il nome di Paola Perego viene menzionato sui social, anche in seguito agli articoli scritti in merito da alcune testate. C’è chi fa dell’ironia: «Giornata rovinata dopo aver saputo che il figlio di Paola Perego ha dovuto aspettare sei ore per un tampone!» o «Il figlio di Paola Perego (no, dico, Paola Perego, mica pippe) fa il dj in Sardegna e voi lo fate aspettare 6 ore per un tampone?? Scandalo! Ma che razza di Paese siamo diventati? Scusate, qualcuno conosce nome e cognome del figlio di Paola Perego?»; C’è però anche chi la difende: «Secondo me Paola Perego stava denunciando il tempo che ci vuole in generale per fare il tampone, non si stava lamentando che suo figlio avrebbe dovuto metterci di meno in quanto suo figlio». Il succo della questione? Una notizia che notizia non è deve solo far riflettere sul fatto che sul fronte rapidità dei test nel nostro paese c’è ancora parecchio lavoro da fare, sia che si tratti del figlio di Paola Perego o di quello del vicino di casa.