Di Maio vota sul filo del rasoio, la fiducia passa con 343 sì

09/09/2019 di Redazione

Il colpo di scena si stava per consumare, ma alla fine è rientrato tutto. La prima chiama era terminata e anche la seconda stava volgendo al termine. Luigi Di Maio non era ancora entrato in aula per votare la fiducia. Poteva il capo politico del M5S non mettere il suo sigillo a questo governo Conte-2 che in questi giorni frenetici è stato tirato su a tempo di record? Che segnale sarebbe stato per la maggioranza? Eppure, alla fine, il ministro degli Esteri ha pronunciato il suo sì. I voti, quindi, sono stati 343, ben al di sopra dei 315 voti necessari (con la totalità dei presenti) a dare la fiducia all’esecutivo formato dal M5S, dal Pd e da LeU.

La fiducia alla Camera: Conte ha 343 sì

«Sono soddisfatto del risultato» – ha detto a caldo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che domani dovrà affrontare la sfida più difficile del Senato. Tuttavia, i conti sono presto fatti e – nonostante qualche defezione giustificata tra le fila del Pd, del M5S e di LeU, la maggioranza può godere dell’appoggio anche di Bruno Tabacci, di Riccardo Magi e di Alessandro Fusacchia di +Europa e dei deputati del Maie, gli eletti nelle circoscrizioni estere. Due i deputati Pd che non hanno partecipato al voto, 3 i deputati M5s (più 4 in missione). Oltre ai deputati di + Europa, hanno votato la fiducia anche alcuni deputati del gruppo Misto. Tre gli astenuti di Svp. I contrari sono stati 263.

Vista la presenza di soli 606 deputati, la maggioranza necessaria per ottenere la fiducia sarebbe stata di 304 deputati.

La notizia è stata commentata anche dal segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti, che su Twitter ha scritto: «Bene il Presidente Conte e la fiducia alla Camera. Un altro passo in avanti per cambiare l’Italia e renderla più verde, giusta e competitiva». Anche Luigi Di Maio ha salutato con toni molto positivi questo primo passo nell’avvio dell’esperienza di governo: «Bene la fiducia alla Camera – ha detto il leader politico pentastellato -, domani c’è il Senato e poi bisogna correre».

Le differenze tra la maggioranza Lega-M5S e quella M5S-Pd-LeU

La nuova maggioranza, alla Camera, ha sette voti in meno rispetto alla precedente che – al netto delle esclusioni e delle sospensioni per deputati pentastellati – poteva contare su 350 voti a favore. Ma difficilmente questi voti erano stati tutti usati, visto che, in molti casi, le votazioni si sono svolte con un numero molto più basso rispetto ai 630 componenti dell’aula di Montecitorio.

FOTO: ANSA/ALESSANDRO DI MEO

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