“Festa da Selma”, il messaggio in codice su Twitter per l’assalto al Parlamento brasiliano

Dal 5 gennaio, fino alle fasi più calde delle violenze, i sostenitori di Bolsonaro hanno utilizzato questo "espediente" per richiamare tutti alla manifestazione deflagrata in violenza

10/01/2023 di Enzo Boldi

La “m” al posto della “v” per rendere meno evidente i propositi di questa organizzazione via social. E il gioco è fatto. Le rivolte in Brasile (in pieno stile Capitol Hill) sono state partorite sui social. Da TikTok a Telegram, passando per tutte le altre piattaforme presenti sul web. Ma su Twitter c’è stata l’apoteosi con al genesi di un trending topic che, solo all’apparenza (visto quanto accaduto domenica 8 gennaio), è stato utilizzato come grimaldello per pianificare e condividere con gli altri sostenitori di Jair Bolsonaro (che nel frattempo aveva lasciato il Paese) quella manifestazione violenta contro l’elezione di Inácio Lula alla Presidenza brasiliana. In che modo? Richiamando tutti alla “Festa da Selma“.

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Una strategia per aggirare i già labili controlli della piattaforma ora controllata da Elon Musk (che, tra le altre cose, nei mesi scorsi aveva sciolto il team di moderatori del social proprio in Brasile). Perché la “Selma” citata in quel trending topic non è una donna brasiliana che aveva organizzato un grande party aperto a tutti. “Selma” era la variazione (con la “m” al posto della “v”) di “Selva” che, in portoghese, significa “Giungla“. Una parola che non viene utilizzata solo nel gergo comune per indicare quella zona tipica dei Paesi equatoriali, ma viene usata anche dai militari brasiliani come una sorta di grido di guerra.

A partire dal 5 gennaio scorso, migliaia di account (Brasiliani) e non solo, hanno parlato di questa “Festa da Selma”, fornendo anche indicazioni di geolocalizzazione per quell’appuntamento. Insomma, i dettagli erano evidenti nonostante il messaggio in codice. Eppure Twitter ha lasciato correre tutto ciò (e anche i servizi di intelligence e le forze dell’ordine brasiliane non sono intervenute preventivamente). E così, la “festa” è stata fatta alla sede del Parlamento, a quella della Corte Suprema e al Palazzo Presidenziale a Brasilia.

“Festa da Selma”, Twitter e la rivolta in Brasile

Secondo le indagini di Agência Pública, uno dei primi account Twitter a lanciare il trending topic “Festa da Selma” è stato tal “@Fernand58617686” che ha alimentato, con moltissimi tweet, la propaganda nazionalista pro-Bolsonaro.

Quell’account non esiste più. Risulta essere inesistente. Ma non per l’intervento da parte di Twitter che avrebbe, come da procedura pre-Elon Musk, sospeso a tempo determinato (o indeterminato) quel profilo. Chi si celava dietro a quel nome (che oltre al tag si presentava con il nome “Brasile) si è cancellato dalla piattaforma social dopo aver alimentato e richiamato i bolsonaristi all’assalto ai palazzi del potere di Brasilia. Ma nell’organizzazione della “Festa da Selma” c’è stato anche un altro profilo che si è ritagliato il ruolo di gran cerimoniere: si tratta di @VanessasDireita. Questo account è stato creato alla fine dello scorso mese di novembre e ha fornito, a ripetizione, indicazioni sui luoghi della “festa”. Risultava essere tra i più attivi nell’utilizzo di quel trending topic. Parliamo al passato perché, come nel caso precedente, dopo le violenze quell’account è stato cancellato da chi lo aveva creato. E non è un caso.

La #BrazilianSpring e il ruolo di Steve Bannon

La “Festa da Selma” è stata solo la classica ciliegina sulla torta. Questo trending topic, infatti, era spesso accompagnato da un hashtag: #BrazilianSpring. Un concetto, quello della primavera brasiliana, che richiamava a quel movimento nato in Tunisia nel 2010, con manifestazioni di piazza contro i regimi. Riflessi che poi si estesero a molti altri Paesi della penisola araba, del Nord e del Corno d’Africa. Ma chi è stato il primo a utilizzare questa locuzione diventata di tendenza sul Twitter brasiliano? Steve Bannon, già stratega di Donald Trump durante i primi mesi del suo mandato Presidenziale alla Casa Bianca. Una locuzione utilizzata nel corso di una puntata del suo podcast (“War Room“) all’indomani del risultato ufficiale delle elezioni brasiliane vinte da Inácio Lula proprio ai danni di Jair Bolsonaro. E proprio in quei giorni, anche tra il primo e il secondo turno di voto, lo stesso ex consigliere di amministrazione dell’ormai dissolta Cambridge Analytica, aveva diffuso fake news accusando il Presidente eletto di aver truccato le elezioni. E proprio in quei giorni, il concetto di “Primavera Brasiliana” si è diffuso sui social. E dal 5 gennaio, è stato utilizzato per cementare quella “Festa da Selma”, l’antipasto organizzativo dell’assalto ai palazzi del potere da parte dei nazionalista sostenitori dell’estrema destra brasiliana.

(Foto IPP/IMAGOStock/Fotoarena/Ton Molina)

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