Feltri si arrabbia perché la visita di Mattarella a Milano ha impedito alla gente «di guadagnarsi il pane come si usa qui al Nord»

Ribadisce in più tratti del suo editoriale di non esser contro Sergio Mattarella, né tantomeno contro la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, citata anche lei nel suo articolo. Ma Vittorio Feltri è riuscito a rendersi protagonista di una polemica sterile sulla visita del presidente della Repubblica a Milano in occasione dell’Assemblea generale di Assolombarda che si è tenuta giovedì all’interno del Teatro La Scala. Si parla di traffico e di lunghe code a cui sono stati obbligati i milanesi per recarsi a lavoro per via delle strade interrotte. Il tutto condito dalle solite illazioni (questa volta sottili, ma evidenti) sulle differenze tra Nord e Sud.

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Dopo tutto un discorso sulla non necessità di chiudere determinate vie del centro di Milano per far l’arrivo di Sergio Mattarella a La Scala, Vittorio Feltri fa una sottolineatura evitabile ma ripetuta tristemente diverse volte nel corso della sua carriera di editoriali nel segno della provocazione: «Giusto rendere omaggio a due autorità – scrive il direttore di Libero -. Sarebbe andata bene anche la partecipazione della banda musicale, tuttavia non c’era motivo di bloccare le vie ore e ore danneggiando cittadini impegnati a guadagnarsi il pane, come si usa qui al Nord».

Feltri e le sottigliezze sul Nord che non lavora per colpa di Mattarella

Se la prima parte del discorso di Feltri può essere condivisibile dato che, spesso e volentieri, il traffico viene congestionato – in città già ad alto tasso di automobili – per via di visite istituzionali di questo o quel personaggio (perché quanto accaduto ieri a Milano non è un’esclusiva meneghina né una novità, ma accade in tutto il mondo). Poi, però, il classico scivolone con quel ‘dico non dico’ e la sottolineatura di come al Nord di giorno sia usanza lavorare per portare a casa uno stipendio.

E allora Roma?

E le differenze Feltri le vede anche in quel che accade a Roma. Secondo il direttore di Libero, infatti, la Capitale non si paralizza mai quando girano per le vie politici di qualsiasi livello. Cosa non vera dato che la Città Eterna, già alle prese con il traffico di ogni giorno di persone che si recano a lavoro (perché anche al Centro-Sud accade tutto questo) la circolazione viene interrotta quando passa l’auto blu di questo o quel personaggio politico. Per non parlare di quando dall’estero arriva qualche personalità di spicco che blocca le vie del centro costringendo tutti a cercare vie alternative. È una cosa triste, questo è vero, ma Milano non ne ha l’esclusività. E Feltri può farsene una ragione.

(foto di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO + Prima pagina di Libero Quotidiano del 4 ottobre 2019)

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