Feltri dice che il governo Conte è «uno zoo di terroni ostili al Nord»

05/09/2019 di Enzo Boldi

Ci risiamo, anche oggi ci è stato dato il nostro Vittorio Feltri quotidiano. Il direttore di Libero, affranto, deluso e distrutto per la formazione di un nuovo governo senza la destra – che si è esclusa da sola con la mossa suicida di Matteo Salvini -, non se ne fa una ragione e torna ad attaccare la seconda categoria che lui ama prendere di mira in qualunque occasione e per qualsiasi cosa: quelli che lui chiama i «terroni». Stavolta non ci ride, non ci scherza e non prova a fare dell’ironia. Parla addirittura di zoo.

Lo ha fatto, come al solito, nel suo editoriale pubblicato quest’oggi, giovedì 5 settembre 2019, su Libero. Parla di vomito, terroni e poteri del Sud che si sono uniti per tramare contro il Settentrione. Una sorta di ossessione che riesce fuori ogni qualvolta qualche personaggio politico del Meridione ottiene un posto nelle stanze del potere italico. E è così che gli 11 ministri del Sud che sono entrati a far parte della squadra guidata da Giuseppe Conte – anche lui meridionale e orgogliosamente pugliese – devono avergli provocato i brividi a fior di pelle e i conati di vomito. Come una reazione allergica.

Feltri e il suo editoriale sui ministri di Conte

«Peggio non poteva capitare, ma non stracciamoci le vesti – sentenzia Vittorio Feltri dalla pagina 1 di Libero quotidiano -. Limitiamoci a vomitare per qualche tempo, che non sarà troppo lungo, speriamo. Una squadra tanto sgangherata ci riempie di vergogna e ci induce a pensare che al male, in effetti, non vi è mai limite». Fino a qui è un giudizio con i soliti termini forti, ma personale e legittimo. Poi, però, la vena si chiude e cade nella discriminazione.

Lo zoo di Terroni

«Non riesco a immaginare quale sia l’umore di Mattarella, costretto a benedire questa porcata – prosegue Vittorio Feltri -. Lasciamo a Conte il suo zoo di terroni ostili al Nord che li mantiene tutti». Forse occorre ricordare che Libero è uno dei pochi quotidiani che ha vissuto anche grazie ai fondi pubblici versati dallo Stato, quindi da Roma. Ma la capitale (e il Sud) continuano a essere ladroni e mantenuti. La realtà capovolta dello Stivale sottosopra.

(foto di copertina: ANSA/MOURAD BALTI)

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