La Cina e l’intelligenza artificiale che può testare la fedeltà al partito comunista

Sono alcune indiscrezioni che arrivano direttamente da Hong Kong e che suonano particolarmente dissonanti

12/07/2022 di Redazione

Un articolo e un video. Poi, incredibilmente, cancellati. Erano stati pubblicati sulla rivista scientifica di un istituto di ricerca, il Comprehensive National Science Center. La tesi che veniva esposta all’interno riguardava una serie di informazioni relative a uno strumento di intelligenza artificiale che avrebbe reso possibile l’individuazione, attraverso il riconoscimento biometrico, del livello di fedeltà dei cittadini cinesi al Partito Comunista. Una prospettiva che, se confermata, risulterebbe alquanto inquietante.

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L’intelligenza artificiale che potrebbe misurare la fedeltà al Partito Comunista cinese

In realtà, il concetto – nonostante sia comunque preoccupante – è più vasto. Noi sappiamo benissimo che i dati biometrici sono vari e di diversa natura: qualsiasi cosa sia espressione del volto, conformazione dei tratti biologici, comportamento può essere annoverato in una lista di dati biometrici. Gli scienziati in Cina non sono stati sicuramente i primi a utilizzare questa tipologia di tecnologia: si pensi ad esempio a Clearview AI, la piattaforma occidentalissima che ha come obiettivo dichiarato quello di raccogliere i dati biometrici dell’intera popolazione. Non proprio una cosa tranquilla. Ora, attraverso la raccolta di un determinato tipo di dati biometrici (quelli, per esempio, relativi alle espressioni del volto) questa tecnologia sperimentata in Cina sarebbe in grado di misurare il grado di fedeltà dei cittadini al Partito Comunista di Pechino.

Le espressioni del volto verrebbero raccolte quando la persona che si sottopone al controllo si trovasse a leggere del materiale informativo predisposto dal Partito Comunista. In modo tale da verificare se, attraverso le espressioni del volto, i suoi impulsi comportamentali verso ciò che viene letto sono positivi o negativi. Da qui, l’individuazione di alcuni parametri di soddisfazione/insoddisfazione che, banalmente, vengono tradotti in un criterio di fedeltà o infedeltà al partito.

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale è controverso in ogni angolo del globo. In Cina, questa tecnologia è stata già ampiamente autorizzata e utilizzata. In Italia, lo si ricorda, è stata presentata una moratoria affinché il riconoscimento facciale non venga utilizzato nei luoghi pubblici per scopi di sicurezza. Tuttavia, ogni dispositivo che possediamo effettua un riconoscimento di dati biometrici, utile – ad esempio – a targettizzare comportamenti online e promozioni pubblicitarie. Anche questa è – se riflettiamo attentamente – una formula per soggiogare l’utente. Per questo motivo, anche in sede di Unione Europea, si sta valutando la possibilità di presentare un corpus normativo più ampio per monitorare gli utilizzi dell’intelligenza artificiale e del riconoscimento biometrico, di conseguenza.

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