I vergognosi insulti razzisti alla candidata di Europa Verde

Si tratta di una delle più brutte pagine di questa campagna elettorale per le europee 2019. E arriva a una settimana esatta dal voto. La protagonista, suo malgrado, è Fatou Boro Lo, candidata di Possibile nella lista Europa Verde. Classe 1972, Fatou Boro Lo è originaria di Dakar e ha la cittadinanza italiana da tempo. È residente a Ravenna, dove vive insieme alla famiglia.

Fatou Boro Lo riempita di insulti razzisti

Da tempo si è impegnata in politica, affrontando la tematica dell’immigrazione ma non solo: Fatou Boro Lo si è battuta in passato per i diritti delle donne e, adesso, ha sposato in pieno la sfida ambientalista. Nella giornata di ieri ha pubblicato un video in cui faceva il punto sulla vicenda Sea Watch. La nave – nella mattinata di ieri – era ancora lontana dall’approdo (poi avvenuto nella serata di ieri, mentre Matteo Salvini si trovava a Non è l’Arena) e per questo motivo, Fatou Boro Lo criticava con toni molto forti la gestione dell’emergenza da parte del ministro dell’Interno.

Il messaggio di Fatou Boro Lo

«Sono incazzata nera, come si dice in Italia – ha affermato Fatou Boro Lo -. Matteo Salvini sta facendo propaganda elettorale sulla pelle dei più deboli: un modo vigliacco di fare politica». Il video di Fatou Boro Lo ha avuto tantissime interazioni su Twitter, più della normale media dei suoi messaggi elettorali. Peccato che numerose risposte siano state delle vere e proprie staffilate razziste, difficili da accettare nell’Italia del 2019.

«Sono sconvolta dalla violenza e dalla volgarità delle affermazioni – ha detto Fatou Boro Lo a Giornalettismo -. Siamo nel 2019 e non hanno senso questo tipo di insulti. Io vado comunque avanti con più forza di prima, perché penso a quelli che li subiscono tutti i giorni, sia come donne e sia come cittadini stranieri, e magari non hanno la forza di denunciarli. Io sono italiana e viviamo in una società multietnica: queste persone che non hanno argomenti e non hanno nulla da dire se ne devono fare una ragione. Perché più mi insultano e più mi danno coraggio».

Insulti terribili, sintetizzati in un post della segretaria di Possibile Beatrice Brignone: «ma vai a cagare», «che cerchino di sistemare i problemi nella loro giungla», «arrogante la signorina, si desse una calmata», «metti un paio di mutandine rosse così riconosco il balcone dove appendi lo striscione», «sparati se hai un minuto». Ma poi ci sono ancora i paragoni con Cécile Kyenge (un razzismo elevato al quadrato, visto che coinvolge anche la candidata alle europee con il Partito Democratico), le immagini di prostitute sul ciglio di una strada, gif con banane e scimmie. «Per evitare di starci male, bisognerebbe riderci un po’ su – ha commentato Fatou Boro Lo a Giornalettismo -. Ma mi danno più fastidio gli insulti sessisti. Il fatto di paragonarmi a una prostituta e il fatto di chiedermi di indossare una mutande rossa: sono insulti che non riguardano soltanto una persona straniera, ma che toccano da vicino ogni donna».

L’antologia al rovescio di un’Italia che non riconosciamo più.

[FOTO dal profilo Facebook di Fatou Boro Lo]

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