Cosa devono garantire le regioni che vogliono riaprire già dal 27 aprile

Per alcune regioni ci potrebbe essere già una fase 2 dal 27 aprile, in anticipo di una settimana rispetto alle scadenze fissate dal governo di Giuseppe Conte con l’ultimo dpcm. Alcune novità potrebbero arrivare già nel corso di questa settimana da parte dell’esecutivo, con alcuni aspetti che dovranno essere tarati e valutati su base regionale per consentire una riapertura anticipata di imprese e attività commerciali. Ci sarebbero infatti alcune condizioni che andrebbero rispettate nel caso di un anticipo della fase 2 dal 27 aprile.

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Fase 2 dal 27 aprile, le regole per le regioni e per le aziende

Prima fra tutte, in base a quanto riportato da Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, la disponibilità di usufruire di ospedali dedicati interamente al Covid-19 e di assicurare delle strutture dove i positivi asintomatici da coronavirus possano trascorrere eventuali quarantene. I settori che potrebbero riaprire in anticipo, ovviamente, sono quelli rimasti indietro in questa lunga fase di lockdown, a partire dalle imprese dell’auto, del settore edile e della moda. Dalla responsabilità regionale si passa poi alla responsabilità individuale delle singole aziende: chi non sarà in regola con le norme per il distanziamento sociale e per gli accessi scaglionati nelle strutture con una superficie ridotta potrà rischiare la sospensione della licenza di esercizio commerciale. Occorrerà autocertificare la presenza in azienda di dispositivi di sicurezza personale, sanificazione e presenza del medico.

Il vero problema, per quanto riguarda la fase della riapertura, sarà rappresentato dai servizi di pubblica mobilità e trasporto. Per questo motivo, per evitare assembramenti, il governo chiederà una flessibilità negli orari degli uffici – con aperture scaglionate dei turni – e, laddove possibile, l’incentivo allo smartworking. Un possibile spiraglio anche per i locali pubblici: non solo il servizio a domicilio, ma anche il via libera al servizio di asporto. Nei ristoranti potrà essere previsto un accesso contingentato che permetterebbe ad alcuni esercizi di questo tipo di avere comunque un rapporto con il cliente, che – quindi – entrerebbe nel locale per ritirare il suo ordine e per portarlo via. Ma si tratta ancora di ipotesi e, in ogni caso, non saranno di certo queste le aziende interessate dalla fase 2 dal 27 aprile.

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