Anche la Cgil «invasa» dai fascisti: indagini sui delegati che postano saluti romani

Il fascismo di ritorno sta invadendo anche i luoghi più impensabili. Così si viene a scoprire di due indagini – rese note dal Corriere della Sera – interne alla Cgil che riguardano più delegati: sindacalisti nella vita reale, simpatizzanti del Duce nella vita virtuale di Facebook. In base a quanto appreso dal quotidiano torinese, queste persone (di cui non è nota al momento l’identità) avrebbero postato più volte saluti romani, immagini nostalgiche e motti sovranisti.

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FASCISMO CGIL, COSA È SUCCESSO

Un problema serio per un sindacato di sinistra che ha sempre fatto dei valori del 25 aprile una delle sue principali battaglie. Il primo caso sarebbe già stato accertato: i fatti risalgono alla fine del 2017, quando un delegato (addirittura eletto nel direttivo della sua categoria) sarebbe stato convocato in sede per la sua attività sui social network. Le sue spiegazioni, a quanto pare, non sarebbero state considerate soddisfacenti e, pertanto, l’uomo è stato costretto a dimettersi dal suo incarico.

In questi giorni, invece, i vertici della Cgil stanno prendendo in considerazione il caso di più tesserati che lavorano in una grande azienda e che, sui loro profili, avrebbero un’attività analoga a quella del loro collega che è stato costretto a dimettersi. Il problema è stato evidenziato anche da alcuni esponenti di rilievo del sindacato.

FASCISMO CGIL, LE PAROLE DI MASSIMO BONINI

«Per noi la questione dell’antifascismo non è secondaria – ha detto il segretario della Camera del lavoro di Milano Massimo Bonini -. Il 25 aprile, per quanto ci riguarda, rappresenta una vera e propria festa aziendale. Tutte le persone coinvolte, tra l’altro, sono state artefici di iniziative sindacali di spessore». Secondo Bonini, intervistato dal Corriere della Sera, purtroppo il sindacato viene percepito sempre di più come un’agenzia che eroga servizi, indipendente quasi da ogni collocazione politica: il richiamo a quegli operai iscritti alla Fiom che hanno dichiarato di votare Lega, ad esempio, è emblematico. Ma questo aspetto non può affatto giustificare questo fascismo di ritorno che, a quanto pare, riesce a far breccia anche nelle roccaforti rosse.

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