Li chiamano “furbetti del Cashback”, ma non stanno facendo nulla di illegale

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Si moltiplicano gli episodi di transazione multiple nelle stazioni di servizio. Ma la colpa è nelle falle del sistema, non di chi le sfrutta

Vengono descritti come persone che agiscono con il favore delle tenebre ed etichettati con quel fastidioso aggettivo che dice nulla, ma che implica un giudizio morale sul loro comportamento: ‘i furbetti’. Negli ultimi giorni le pagine dei quotidiani (cartecei e online, ma anche in varie trasmissioni televisive) si è parlato di come alcuni (non pochissimi) italiani si siano recati presso una stazione di rifornimento facendo decine di operazioni (di piccolo taglio) consecutive. È accaduto a Cuneo e oggi, secondo quanto riporta Il Gazzettino, a Treviso. Ma in tutto il Paese il fenomeno di fare benzina col cashback si sta ripetendo. Ma è tutto nella legalità, quindi perché chiamarli furbetti?



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La falla è quella ben nota e basta leggere la guida al Cashback pubblicata sul sito ufficiale dell’App Io (l’applicazione che consente di aderire al programma voluto dal governo Conte-2 per incentivare le spese ‘fisiche’ attraverso il pagamento con carte di debito e credito) per accorgersi di come l’etichetta ‘furbetti’ sia del tutto fuori luogo. Il capitolo relativo al SuperCashback, il ‘premio’ di 1500 euro riservato ai primi 100mila iscritti che effettueranno il maggior numero di operazioni nel primo semestre dell’anno, non pone alcun limite.



Fare benzina col cashback: perché chiamarli furbetti?

Nessun minimo di spesa, nessun riferimento al lasso temporale in cui effettuare le diverse operazioni. Qui non si tratta, dunque, di essere furbetti. Ma lo scacco matto degli italiani che vanno a fare benzina col Cashback evidenzia una falla ancora non risolta nel sistema. Come quando, nel periodo natalizio (ma anche adesso il funzionamento non è cambiato) è emersa la possibilità di acquistare buoni fisici in negozio per fare acquisti online.



Tutto nella legalità

Insomma, non c’è alcuna violazione delle regole. Ovviamente, per dinamiche, l’unico modo per accelerare la raccolta di «transazioni» attraverso il Cashback è rappresentato dalle stazioni di rifornimento Self-Service H24: lì, per definizione, non si entra in contatto con l’esercente (o gestore) dell’impianto e il tutto si svolge interagendo con le colonnine pos per effettuare i pagamenti. Fino a che non verrà posta una regola che impedirà operazioni continue presso lo stesso esercente, gli italiani non possono e non devono essere chiamati furbetti. Sono abili giocatori di scacchi e – da quando è iniziata l’operazione Cashback – hanno messo in scacco lo Stato.

(foto di copertina: IPP/Ciancaglini Emmanuele)