I falsi miti da sfatare sulla modalità aereo

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Ci sono delle domande che in tanti si pongono quando si parla dell'utilizzo dei telefoni cellulari durante un volo

Nel macro-ambito dell’educazione digitale e in tutto ciò che riguarda l’impatto delle nuove tecnologie sulla vita di tutti i giorni, un tema sicuramente interessante – viste anche le ultime iniziative della Commissione Europea in proposito – è quello della definizione, corretta e priva di falsi miti, della modalità aereo. Si tratta, lo abbiamo evidenziato in questo articolo su cos’è la modalità aereo, di quella funzionalità che, sui nostri device, disabilita i segnali di comunicazione, a partire dal Wi-Fi, passando per il GPS e per il Bluetooth, fino ad arrivare alla classica rete del cellulare. Non è un caso che la modalità aereo sia associata principalmente al concetto di volo di linea e a ciò che si può fare o che non si può fare mentre si viaggia. Tuttavia, ci sono anche tanti falsi miti sulla modalità aereo e sulle ragioni che spingono le compagnie aeree a vietare – nelle proprie linee guida e nelle condizioni di viaggio – l’utilizzo di dispositivi come smartphone, computer, tablet durante i voli.



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Falsi miti sulla modalità aereo, non è la causa di incidenti mortali

Di questo argomento si è occupata, tra le altre, l’Accademia Civica Digitale. Si tratta di un progetto molto interessante, avviato da Andrea Bellandi Saladini e da Biancamaria Mori, che punta – a partire dall’analisi dei fenomeni diffusi in rete – a individuare delle strategie di contrasto efficaci contro questi stessi fenomeni. «Abbiamo realizzato – ha spiegato Bellandi Saladini a Giornalettismo – il primo manuale di educazione civica digitale. Inoltre, un articolo come quello che spiega i falsi miti sulla modalità aereo, da voi citato, fa parte del progetto che ci ha portato a istituire una Enciclopedia di educazione civica digitale. Prossimamente, realizzeremo anche il primo gioco da tavolo incentrato su queste stesse tematiche». L’Accademia Civica Digitale si occupa anche di rendere il web un posto migliore per consultare delle notizie: «In collaborazione con Lo Sbuffo – continua Bellandi Saladini – abbiamo avviato una Academy gratuita che possa dare le coordinate per la scrittura di un corretto articolo di giornale. Chi ha frequentato questi corsi può sicuramente creare contenuti informativi su internet di una qualità superiore rispetto a tanti che, purtroppo, inquinano un po’ i pozzi».



Proprio l’Accademia Civica Digitale è stata tra le prime in Italia a preoccuparsi dei falsi miti da sfatare quando si parla della modalità aereo e dei suoi rischi. Un modo per dare una maggiore consapevolezza agli utenti che si domandano perché, quando viaggiano su un aereo, non possono utilizzare il proprio cellulare.

«Non possiamo non occuparci di educazione digitale in generale – ha detto a Giornalettismo Martina Ciaramidaro, collaboratrice di Accademia Civica Digitale e già caporedattrice del progetto – e farlo significa anche passare attraverso lo sfatare questo tipo di miti. Le fake news sono uno dei macro-argomenti di cui ci siamo occupati più spesso: è un’esigenza sempre presente cha va sicuramente incontro a vari trend, ma che è dettata soprattutto dalla condizione primaria di fornire delle informazioni corrette. La difficoltà principale è quella di passare delle informazioni molto tecniche con un linguaggio molto semplice: a volte è importante concludere con delle frasi abbastanza nette, anche se documentate attraverso fonti affidabili».



Citando diversi studi, l’Accademia Civica Digitale ha messo in evidenza come – in realtà – il principale falso mito da sfatare è quello che l’utilizzo di un cellulare a bordo, fosse anche per l’invio di un sms o per una chiamata di pochi secondi, potrebbe portare a causare un grave incidente aereo. In realtà, esistono una vasta gamma di “incidenti” quando si parla di un velivolo, che non presuppongono direttamente il fatto che un aereo possa precipitare. Anche una comunicazione disturbata, ad esempio, può essere etichettata come incidente aereo.

Le false notizie legate a disastri aerei e al presunto utilizzo dei telefoni cellulari

In realtà, nel corso del tempo, si sono diffuse – più di altre – due notizie relative a presunte tragedie aeree causate da cellulari: quella del volo Ansett New Zealand del 9 giugno 1995 e quella del Crossair del 10 gennaio 2000. In entrambi i casi, ci sono state vittime (rispettivamente 4 e 10 morti), ma in entrambe le situazioni, gli accertamenti che sono stati effettuati hanno escluso qualsiasi collegamento con interferenze telefoniche. Per il volo neozelandese si era diffusa la notizia di un possibile impatto di un computer sulla rotta, per il Crossair quella di un possibile sms andato a interferire sul pilota automatico. In tutte e due le situazioni, il monitoraggio della scatola nera ha escluso le correlazioni.