L’operazione Fake Pass contro 32 account Telegram dove si vendono false certificazioni

Ma ne esistono ancora altri, con nomi diversi che propongono la stessa compravendita

09/08/2021 di Redazione

Roma, Milano e Bari. Tre procure per stanare la rete della vendita fraudolenta dei falsi Green Pass su Telegram. È in corso una vera e propria operazione a tappeto sull’app di messaggistica con crittografia end-to-end per cercare di mettere un argine al problema di queste compravendite che hanno generato – oltre che una marea di falsi green pass – anche delle potenziali truffe per gli stessi no-vax che intendono acquistare il certificato verde senza essersi sottoposti a vaccinazione. L’operazione di polizia è stata chiamata Fake Pass e – stando a notizie diffuse tramite agenzia di stampa – sarebbero ben 32 i canali Telegram sotto sequestro, con tanto di perquisizioni scattate ai danni degli admin di gruppi e chat.

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Operazione Fake Pass per contrastare i falsi green pass su Telegram

Ormai, la situazione era sfuggita di mano: fabbricando QR Code artatamente modificati o semplicemente riproducendo quelli che alcuni cittadini hanno pubblicato – in maniera ingenua e poco responsabile – sui propri canali social, alcuni gruppi hanno cercato di intercettare il dissenso no-vax offrendo a chi non ha i requisiti per ottenerla in maniera regolare una falsa certificazione verde, come quella per vaccinati, guariti dal Covid-19 o negativi a un tampone nelle 48 ore precedenti. La storia ha assunto tinte grottesche – come vi abbiamo detto ieri – perché alcuni venditori hanno minacciato di diffondere i dati personali dei clienti che si sono lamentati per aver ottenuto un prodotto non funzionante o non soddisfacente (con veri e propri ricatti in bitcoin).

In realtà, ancora questa mattina – 9 agosto 2021 – la situazione su Telegram appare quella di una vera e propria giungla. Se, effettivamente, alcuni dei canali più famosi risultano chiusi (con alcune chat che rimandano a link ormai scaduti, come nella prima immagine che vi proponiamo), è pur vero che altre chat continuano a proporre falsi green pass come se niente fosse.

Fake Pass

Compaiono, invece, altri gruppi che hanno scritto l’ultimo messaggio nella giornata di ieri – comunicando, ad esempio, che il pagamento PayPal era stato riabilitato – e che hanno dato appuntamento ai propri “clienti” per l’indomani mattina (oggi per chi legge, ndr). È piuttosto facile, del resto, eludere i controlli delle autorità competenti e mimetizzarsi nel mare magnum delle chat di Telegram (lo stesso avviene con gruppi in cui ci si scambia, ad esempio, file multimediali a sfondo sessuale o altri contenuti altamente sensibili): basta semplicemente evitare il nome “green pass” nel nome del gruppo. Sono tantissimi i luoghi virtuali su Telegram, si pensi alle chat con centinaia di migliaia di iscritti, dove si può ottenere visibilità. Insomma, eradicare il fenomeno – nonostante l’operazioen Fake Pass – non sarà affatto semplice.

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