Suonano «Faccetta Nera», avvocato li riprende e viene aggredito

20/08/2018 di Enzo Boldi

Nicholas Tomeo, avvocato 31enne, è stato aggredito la scorsa notte dal proprietario di un locale di Vasto Marina, località balneare in provincia di Chieti, dopo la richiesta da parte della vittima di interrompere la trasmissione della canzone razzista e fascista «Faccetta nera». L’uomo ha raccontato la sua storia sul proprio profilo Facebook, spiegando nel dettaglio quanto accaduto.

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«Ieri sera, mentre passeggiavo a Vasto Marina, ho sentito da lontano suonare faccetta nera a volume altissimo da un locale della zona – ha scritto sul proprio profilo Facebook Nicholas Tomeo -. Mi sono avvicinato chiedendo di interrompere subito la musica. A quel punto, a quanto pare il titolare del locale, dopo aver finto tranquillità, sull’uscio della porta d’ingresso mi aggredisce colpendomi violentemente al volto». Il racconto del 31enne avvocato di Vasto prosegue parlando anche di testimoni e intervento della Polizia che però, secondo lui, non avrebbe svolto i propri compiti.

Il locale dove veniva suonata «Faccetta Nera» era un ex campo di concentramento

«Dopo l’accaduto è intervenuta la polizia, la quale si è anche intrattenuta con risate insieme a chi mi aveva appena aggredito – spiega Tomeo -. Circostanza confermata anche da due turisti romani. Subito dopo, l’aggressore, uscito dal locale, continuava a provocarmi con saluti romani e gridando “A noi!”, chiedendo l’ausilio di due bambini ignari, ovviamente, della violenza del gesto». L’avvocato 31enne di Vasto è un collaboratore del giornale Umanità Nova, attivista anarchico e antispecista e al momento dell’aggressione si trovava insieme alla sua compagna. Dopo esser stato colpito in pieno volto, si è recato al pronto soccorso dell’ospedale dove ha avuto 3 giorni di prognosi per trauma cranico e zigomale.

Per il proprietario, suonare «Faccetta Nera» era un momento goliardico

Oltre al danno fisico, anche quello morale dovuto al posto in cui sorge il locale di  viale Dalmazia a Vasto Marina. «La beffa inoltre è che – spiega ancora Tomeo sul suo post su Facebook – il luogo dove si trova il locale, è un ex campo di concentramento. Il che rende il tutto molto più grave». Il titolare avrebbe parlato di un momento goliardico durante una festa privata con il locale non aperto al pubblico.

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