Il dubbio futuro di Fabio Fazio alla Rai

30/03/2017 di Redazione

La telenovela del tetto agli stipendi in Rai continua. L’ultima puntata vede protagonista il conduttore Fabio Fazio, che non sembra al momento intenzionato a lasciare l’azienda di Stato ma che su Twitter ha postato una frase che solleva più di qualche dubbio: «In una tv che cambia bisogna assumersi responsabilità e nuovi rischi. D’ora in poi, ovunque sarà, vorrei essere produttore di me stesso». Il messaggio è piombato ieri come una bomba in un momento di acceso dibattito su come evitare lo scoglio dei 240mila euro lordi di compenso stabilito dalla legge sull’editoria del 2016, limite che potrebbe scatenare una fuga dalla Rai di artisti, attori, sceneggiatori, giornalisti e altri personaggi di primo piano della tv pubblica.

 

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FABIO FAZIO NON SCAPPA DALLA RAI MA VUOLE DIVENTARE PRODUTTORE DI SE STESSO

Il governo è intanto pronto a muoversi, sulla base di un parere formale dell’Avvocatura di Stato, per superare il tetto, conservandolo però per manager e dipendenti. Nella sua presa di posizione l’Avvocatura ha ricordato che è ancora in vigore la norma della Finanziaria del 2007 che già allora fissava una soglia per le retribuzioni ma salvava «la prestazione artistica o professionale che consenta di competere sul mercato». Il rischio per la Rai, e la preoccupazione del governo, è quello di evitare una distorsione del mercato, di evitare favore alle tv concorrenti offrendo su un piatto d’argento star in uscita da viale Mazzini. Nel quadro incerto Fabio Fazio ha annunciato il desiderio di essere produttore di se stesso». Sollevando più di un interrogativo: ci si chiede se il conduttore resterà in Rai, se divorzierà da Endemol, società che produce il programma Che tempo che fa, se si tratta di una reazione all’ingerenza della politiche nella gestione della tv di Stato. Aldo Fontanarosa su Repubblica spiega oggi che l’addio alla Rai non è in programma. Ma che le tentazioni restano:

Fazio creerà una sua società, ma questa iniziativa non sancirà il divorzio dalla Endemol (suo attuale produttore). È possibile che la “Fazio srl” (nome di assoluta fantasia) si affianchi alla Endemol per dare vita a delle coproduzioni.

Fazio, poi, non è in fuga dalla Rai. Azienda dove ha esordito nel 1982 con le imitazioni radiofoniche a Black out. Il legame resta forte. Ma le tentazioni, per un artista del suo calibro, sono moltissime e si chiamano Sky e Discovery. Editori che hanno cambiato e tuttora stanno cambiando la nostra televisione.

Piero Negri sulla Stampa, intanto:

Negli ultimi anni ha ideato programmi, trasmissioni-evento, due Festival di Sanremo, uno che andò molto bene l’altro piuttosto male, e dopo questo parziale fallimento ha cambiato squadra e metodo di lavoro. Insomma, a 52 anni, in una situazione televisiva così fluida e in movimento, non sembra strano che gli venga voglia di salire di un gradino, guardare le cose dall’alto, assumersi qualche rischio d’impresa e produrre o co-produrre programmi magari per «clienti» diversi, magari per il gruppo Discovery che si è già accaparrato Maurizio Crozza, o per Sky, oppure per La7. O ancora, su diverse reti Rai, non per la sola Rai 3.

(Foto: ANSA / MATTEO BAZZI)

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