Eutanasia, in Gran Bretagna basterà il parere di medici e famiglia per staccare la spina

31/07/2018 di Enzo Boldi

Una sentenza storica che rivoluzionerà il trattamento dei pazienti in stato vegetativo nel Regno Unito. La Corte suprema britannica, ha infatti stabilito che per poter poter staccare la spina, basterà il parere positivo da parte dei medici e dei familiari, evitando così il passaggio legale della Court of Protection che, fino a ieri, doveva esprimersi su ogni singolo caso, allungando così i tempi burocratici.

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Da oggi, dunque, i cittadini britannici potranno decidere di propria volontà, dopo l’accordo con i medici, di procedere con l’eutanasia di un proprio parente in fin di vita. Il caso che ha portato a questa decisione da parte della Corte suprema britannica è quello di un 52enne che, in seguito a un grave attacco di cuore, ha riportato un grave danno cerebrale. Dallo scorso giugno, l’uomo si trovava in stato vegetativo e la sua famiglia, per evitare i lunghi tempi di attesa per l’autorizzazione a staccare le macchine da parte della Court of Protection, si è rivolta alla giustizia del Regno Unito.

Eutanasia Gran Bretagna, da oggi decidono parenti e medici

In attesa delle sentenza, il 52enne è deceduto, ma la battaglia legale avviata dalla sua famiglia per accelerare i tempi ha creato un precedente storico per tutta la Gran Bretagna sul delicato tema dell’eutanasia. A beneficiare di questo pronunciamento potrebbero essere le oltre 1500 persone – tra Inghilterra e Galles – che sono finite in stato vegetativo a seguito di malattie o incidenti negli ultimi 12 mesi. E, secondo i dati provenienti dal Regno Unito, sono ormai oltre 24mila le persone che vivono – da molto tempo – in uno stato vegetativo permanente.

Eutanasia Gran Bretagna, sentenza che non viola i diritti umani

Il giudice britannico Lady Black, leggendo la storica sentenza, ha spiegato come non si incorra in alcuna violazione della Convenzione per i diritti umani nello decisione di staccare la spina da parte di medici e parenti, qualora le condizioni del paziente – in stato vegetativo permanente – appaiono irreversibili.

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