Beppe Grillo chiama Zingaretti «Er Zeppola» e definisce «oleosa» l’intervista di Fazio

11/03/2019 di Enzo Boldi

Beppe Grillo questa mattina ha ufficializzato la propria retrocessione all’interno del Movimento 5 Stelle: da fondatore, insieme a Gianroberto Casaelggio, a garante. Un annuncio dato con la pubblicazione del nuovo statuto interno del M5S che conferma quanto già era palese nell’ultimo anno di vita e militanza politica dei pentastellati. Il suo ruolo adesso, però, è anche quello di ‘sfottere’ gli avversari politici del MoVimento per i loro difetti linguistici, come accaduto dopo l’intervista di Nicola Zingaretti da Fabio Fazio. Il nuovo segretario del Pd viene soprannominato Er Zeppola.

Nell’articolo pubblicato sul suo sito, a firma Centro Studi Blog, si parla dell’intenso studio linguistico e prossemico effettuato dai suoi esperti durante l’ospitata del governatore della Regione Lazio, uscito vincitore dagli ultimi gazebo dei dem, a Che Tempo che fa. Ed ecco che il suo difetto di pronuncia, che tecnicamente si chiama sigmatismo (mai citato nell’articolo e questo pone seri dubbi sugli esperti del linguaggio scelti da Grillo), diventa oggetto di scherno da parte del comico genovese. Un problema talmente importante da meritare addirittura il soprannome di Er Zeppola.

Per Grillo Zingaretti diventa Er Zeppola

Oltre al difetto linguistico di Nicola Zingaretti, secondo il Centro Studi del Blog che raccoglie fior fior di esperti di linguistica – evidentemente -, si è analizzata anche la conduzione dell’intervista da parte di Fabio Fazio: «L’ occasione è stata una lunga ed oleosa intervista rilasciata a Fabio Fazio (il futuro ‘Chi Striscia non Inciampa’) durante la quale, pur in discesa, e senza alcun ostacolo e nessuna traccia di contraddittorio, come è abitudine della casa, il nuovo segretario del PD ha mostrato un linguaggio che il nostro Centro Studi ha temporaneamente definito ‘Linguaggio Frankenstein’».

Parlava del segretario dem o di Luigi Di Maio

E il suo attacco a Er Zeppola prosegue: «Lo storpiamento formale del linguaggio è funzionale alla ripetizione di frasi spot (che vedono la nostra lingua ridotta alla stregua di un muro affissorio) oppure è una questione di formazione, scolastica, scadente?». La domanda, ora, nasce spontanea: si riferiva a Zingaretti o a Luigi Di Maio? Perchè quest’ultima descrizione sembra calzare a pennello al leader, fondatore e tesoriere del nuovo Movimento.

(foto di copertina: ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO + ANSA/FEDERICO PROIETTI)

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