Le differenze tra la causa vinta contro Google e quella parzialmente persa contro Apple

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Perché le cause Epic Games contro Google e contro Apple partono dallo stesso presupposto ma hanno avuto esiti differenti?

Contro Epic Games Google ha perso dove Apple ha vinto. Perché tutto questo se, nella sostanza, la ragione per cui Epic ha fatto causa a Apple prime e a Google poi è la stessa? Alla fine, il giudice ha riconosciuto che – per come funziona – Google Play Store rappresenta un monopolio e la società ha deciso che farà ricorso contro questa decisione. Apple, dal canto suo, ha vinto in 9 dei 10 punti posti al centro del dibattimento. Vediamo di capire le differenze tra l’esito di Epic Games contro Apple e l’esito di Epic Games contro Google.



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Epic Games contro Apple: rispetto alla vittoria di Cupertino c’è un ma

A emettere la sentenza favorevole a Apple è stata la giudice Yvonne Gonzalez Rogers. Favorevole, come sottolinea Italian Tech, in 9 punti su 10 totali. Epic ha avuto ragione riguardo la possibilità per gli sviluppatori di informare i clienti del fatto che esistono altri metodi di pagamento alternativi alla piattaforma Apple. In questo senso, si tratta di un pronunciamento che potrebbe portare le regole dell’App Store a cambiare in futuro.



Il primo punto della sentenza chiarisce come Apple – secondo la Corte – non possa essere definitivamente qualificato come monopolio. Proprio qui sta la differenza con quanto, invece, è stato stabilito nella causa di Epic contro Google. Causa alla quale, essendo successiva a quella nei confronti di Apple, la casa produttrice di videogiochi è arrivata maggiormente preparata e conscia degli errori commessi nell’accusa del primo processo.

Epic Game contro Google: Play Store riconosciuto come monopolio

Il giudice James Donato e la giuria hanno decretato che Play Store di Google ha assunto una posizione di monopolio, abusando della sua posizione dominante nel mercato delle applicazioni e impedendo alla concorrenza lo sviluppo di soluzioni che fossero alternative e più vantaggiose per gli sviluppatori. Tutto questo è stato frutto dell’apertura che Google ha mostrato nei confronti di sistemi terzi.



La differenza di esito tra le due cause – come spiega anche DDay – sta nella posizione assunta da Epic Games. Contro Apple, l’azienda ha fatto leva sulla percentuale che doveva riconoscere all’App Store e sull’impossibilità di utilizzare un sistema terzo di pagamento. La giudice ha chiarito che è giusto che Apple venga pagata per ciò che offre. A Google, invece, Epic non ha contestato la percentuale di commissione ma il fatto di impedire che possano nascere e possano svilupparsi soluzioni alternative.

Il punto è che, a differenza di Apple – che è un sistema chiuso -, Android prevede la possibilità di installare app store alternativi. Nonostante questo, Google agisce per incentivare i produttori di telefoni a installare le sue app e il suo Play Store arrivando a prendere accordi con le aziende affinché non facciano installare ai produttori store alternativi.