Quando Morricone disse che «Gesù fu il primo comunista»

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Il Maestro dei compositori e la sua vita: dal fascismo alla DC

La notizia della morte di Ennio Morricone ha unito tutti nel ricordo di un grande Maestro. Quentin Tarantino, nel 2018, lo definì il più grande ‘compositore’, non facendo riferimento a chi si limita a creare colonne sonore per il cinema. Il paragone, infatti, era con Mozart, Beethoven e Schubert. Ma non faceva solo musica, non metteva in sequenza solamente note per creare melodie divenute cult. Il Maestro era un narratore della storia d’Italia che si specchiava nel mondo. Con l’annessa storia politica che lo ha accompagnato.



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Come racconta Aldo Cazzullo su Il Corriere della Sera, Ennio Morricone ha fatto la storia, ma quella storia l’ha anche vissuta sulla propria pelle. Fin da quando, da piccolo, dovette vivere l’annuncio dell’entrate in guerra dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale: «Nella mia famiglia, il fascismo non l’abbiamo vissuto come un dramma. Però quando il Duce annunciò la dichiarazione di guerra mia madre, che lo ascoltava alla radio, scoppiò in lacrime, e io con lei. Mio padre suonava la tromba. Non eravamo poveri, ma con la guerra arrivò la fame: i surrogati, il pane appiccicoso, la mollica che sembrava colla».



Ennio Morricone, la sua vita e la sua politica

«La notizia della morte del Duce mi lasciò indifferente – disse ancora Ennio Morricone -. Però quando vidi le sue foto, appeso al distributore di piazzale Loreto, mi commossi. Piansi anche per il re, quando perse il referendum e fu costretto all’esilio. Certo, sapevo che Vittorio Emanuele III se l’era squagliata, ma per me la monarchia era l’Italia del Risorgimento, che finiva per sempre». La sua gioventù fu condizionata, come molti, dagli eventi bellici e post bellici. Dalla regime fascista, dalla sua caduta e dal passaggio tra Monarchia e Repubblica.

Gesù, il primo comunista

Poi iniziò a votare Democrazia Cristiana: «Sono cattolico, votavo Dc, ma ho sempre considerato Gesù il primo comunista – diceva -. Mi sento dalla parte dei poveri, anche se ho una bella casa; ma i soldi non li ho rubati…».