Nei giorni scorsi, cercando tra i pochissimi personaggi del mondo dello sport turco che si sono opposti al presidente Erdogan è stato fatto il nome dell’ex attaccante dell’Inter (ma anche di Torino e Parma) Hakan Sukur. L’ex calciatore, con un passato anche in politica, ha ribadito la sua posizione con u tweet nei giorni scorsi, riportando in auge la sua vicenda personale dopo i precedenti attacchi al capo di Stato turco. Ma le pagine di questo romanzo – che nel frattempo si arricchisce quotidianamente di vittime innocenti per colpa dell’offensiva in Siria – aggiungono un nuovo protagonista: il cestista Enes Kanter.
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Il 27enne è un giocatore di basket e dal 2011 gioca nella Nba. Da quest’anno veste i colori verdi dei Boston Celtics dopo aver indossato quelli dei Blazers, dei Knicks, dei Thunder e degli Utah Jazz. Vedendo la sua pagina Wikipedia – oltre al notare come non faccia più parte del giro della nazionale turca dal 2015 – spicca il primo paragrafo che riassume la sua vita con una sola parola: apolide. Il motivo? La Turchia gli ha revocato la cittadinanza dopo l’accusa di terrorismo e adesione a gruppi sovversivi nel 2017. La sua storia è stata riassunta dalla pagina Facebook ‘La Giornata Tipo’.
Una vicenda che offre molti spunti di riflessione. Come accaduto ad Hakan Sukur, infatti, le critiche mosse a Erdogan non gli sono costate solamente la cittadinanza turca, ma molto di più. Da quel giorno, infatti, oltre alle minacce di morte, alle accuse di terrorismo e all’impossibilità di tornare in Turchia, Enes Kanter è stato anche disconosciuto dai genitori. Poi una valanga di altri episodi che mostrano un ostracismo illegittimo nei confronti di chi dissente dalla linea Erdogan.
Una storia che mette un segnalibro nel romanzo delle polemiche degli ultimi giorni. Non si tratta di una giustificazione nei confronti di quei calciatori che, pedissequamente, proseguono nell’esultare a mo’ di militare in omaggio al presidente Erdogan in una situazione di tensione internazionale evidente. È verosimile, però, che le vicende che arrivano dal passato, come quella di Enes Kanter, spingano gli sportivi a non provare nemmeno a opporsi alla politica della Turchia. Ipotesi che, comunque, non cancelleranno quelle mani destre sulla fronte che rimarranno nella storia di chi poteva esporsi e mostrare umanità e, invece, ha deciso di far prevalere le proprie paure.
(foto di copertina: Prensa Internacional via ZUMA Wire + Mahmut Burak Burkuk – Depo/Depo Photos via ZUMA Wire)