Emma Marrone torna a parlare del suo cancro: «È un dovere rompere il muro del silenzio»

04/12/2018 di Enzo Boldi

Sono passati sette lunghi anni, fatti di successi musicali, amori e voci che hanno invaso le copertine delle riviste patinate. Ma nel 2011 Emma Marrone ha dovuto affrontare la più grande sfida della sua vita. Una battaglia che andava oltre gli spartiti, le note e le parole: quella contro il cancro. La cantante, nata a Firenze ma leccese di adozione, è tornata a raccontare quella sua vittoria a un folto gruppo di studenti nel corso di una puntata speciale di Rep Music.

«Non è una questione di coraggio – ha spiegato Emma Marrone ai suoi giovani fan -, ho parlato della mia malattia perché mi sono sentita in dovere di farlo, perché mi rendo conto che ci sono tante persone, ragazze e ragazzi che mi seguono, e nel raccontare quello che mi è successo ho cercato di dare un segnale, di fare qualcosa di positivo per gli altri, per tentare di rompere i pregiudizi che esistono intorno alla malattia. Per dire a tutti che non siamo soli e che si può uscire da tutto questo».

La battaglia vinta da Emma Marrone

Una battaglia dotata oltre un anno e iniziata all’indomani della sua vittoria al talent musicale targato Mediaset Amici di Maria De Filippi. Il successo immediato, però, è stato immediatamente bloccato dalla malattia che la cantante ha dovuto affrontare. Un tumore al collo dell’utero che l’ha resa più forte, ma che ha messo in crisi – ovviamente – tutti quelli che le stavano vicini. «Ho visto i miei genitori sgretolarsi di fronte a questa notizia, invecchiare di colpo – ha raccontato Emma Marrone -. È come se tutto quello che mi stava succedendo in realtà non stesse succedendo a me: ho avuto la forza di staccarmi da tutto e reagire con una rabbia incredibile nei confronti della malattia».

I consigli ai più giovani nell’epoca dell’apparenza

Poi il consiglio i giovani – tra cui quello di praticare del sesso sicuro attraverso l’uso dei preservativi -, troppo impegnati ad apparire: «Ci stiamo abituando all’idea di dover essere sempre belli, sempre perfetti, e la malattia in quest’ottica viene vista come qualcosa che mina questa perfezione, che non va bene e ci rende imperfetti e vulnerabili. Ma non è così: in realtà bisognerebbe parlare più delle imperfezioni e delle diversità, perché sono queste in fondo che ci rendono veramente unici. Parlatene con gli adulti se avete l’impressione che qualcosa non torni: non bisogna aver paura se sentite o vedete che qualcosa non va nel vostro corpo».

(foto di copertina: Pamela Rovaris/Pacific Press via ZUMA Wire)

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