Emissioni urbane: Milano è il modello, Roma il fanalino di coda

È ancora una volta il quadro di  un’Italia spaccata in due, quello che il rapporto di Legambiente sulle “Città a Emissioni Zero” ci restituisce. Lo studio, che mira a studiare la transizione delle città italiane verso un nuovo tipo di mobilità urbana più ecologica e più sostenibile mette tutti di fronte a un’evidenza: è Milano la metropoli italiana più all’avanguardia, anche se si guarda alla nuova transizione “green”. Qualche dato? Se il tasso di motorizzazione cala in tutta Italia, nella città meneghina il calo è addirittura da record: in 20 anni sono state 100mila le auto in meno, pari all’aumento degli abitanti. Cosa è successo quindi? Il fenomeno è sicuramente il riflesso di ambiziose politiche locali e dell’instaurazione di zone a basse emissioni (low emission zone), ma è soprattutto il trionfo di un tipo di politica che ha deciso di puntare su un altro tipo di mobilità. Scorrendo il rapporto si scopre che gli spostamenti a zero emissioni (elettrici, bici, piedi), raggiungono la percentuale recod del 52% nel capoluogo lombardo. Ma non solo. Gli spostamenti con i mezzi pubblici, con i servizi di sharing mobility e in bicicletta rappresentano il 64% di quelli complessivi. Medie che impressionano ancora di più se confrontate con quelle della Capitale. Qui bici, mezzi pubblici e shariing mobility rappresentanto appena il 27% di quelli complessivi, mentre quelli a zero emissioni sono solo il 20%. Medie sconfortanti che proiettano Roma al fanalino di coda tra le grandi città italiane per quanto riguarda la mobilità sostenibile, molto dietro centri come: Bologna, Torino, Napoli, Genova o Firenze.

Le buone notizie per la “nuova mobilità

Il rapporto evidenzia la “crescita esponenziale” delle infrastrutture dedicate alla ricarica dei veicoli elettrici. Dallo scorso anno ad oggi – secondo l’elaborazione di Legambiente su dati EvWay a gennaio 2019 – si è passati da 2.368 a 5.507 prese disponibili omologate per automobili e ricariche veloci (> 11 kW) in tutta Italia e da 1.885 a 2.684 prese di ricarica per due ruote e ricariche lente (< 11 kW). Ma anche questo caso ci troviamo di fronte a un’Italia a due velocità con la Lombardia che detiene il record per il maggior numero di centri di ricarica per le auto elettrica (1134, sono raddoppiati rispetto lo scorso anno), mentre la Toscana si staglia al primo posto per le infrastrutture legate alle due ruote. Le regioni meno virtuose sono invece a Sud, con Basilicata e Molise che fanno registrare ancora le medie più negative.

La necessità dell’intervento pubblico

« Le novità sono almeno tre: nelle città ci si muove sempre di più, più ci si muove meno si usa l’auto di proprietà e, infine, ci si muove sempre più smart, connessi e multimodali. Si usano modalità e mezzi diversi anche per compiere lo stesso viaggio. La mobilità a zero emissioni, se demandata alla sola mobilità privata, con i pochi modelli proposti di auto e moto elettriche, tutti ancora piuttosto cari o poco competitivi, non ha i numeri oggi neppure per farsi vedere. La vera differenza la fa ovviamente ancora il mezzo pubblico, ma sarebbe un errore se si considerasse sufficiente. Il mezzo pubblico elettrico fa la differenza soprattutto se in città si va in bicicletta e ci sono servizi di sharing mobility. Insieme sono vincenti. Insieme sono in grado di ricondurre alla minoranza gli spostamenti con il motore a combustione privato» chiosa Andrea Poggio, responsabile Mobilità Sostenibile di Legambiente. Segno che, al di là dei proclami, la mobilità green necessità di investimenti e che il cambiamento non è più rimandabile.

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