Come si eleggono i Presidenti delle Camere

22/03/2018 di Redazione

Come si eleggono i Presidenti delle Camere? È una domanda che accompagna ogni inizio di legislatura. Il primo atto che segna la nascita di un nuova assemblea in Parlamento, l’avvio di una nuova fase parlamentare e politica dopo il voto nazionale, è infatti l’elezione del presidente della Camera dei deputati e del Presidente del Senato della Repubblica. La Costituzione stabilisce che le prima riunione delle Camere «ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni». Dopo le elezioni del 4 marzo è stata programmata per venerdì 23 marzo. Il via alla seduta è previsto alle 11 a Montecitorio e alle 10.30 a Palazzo Madama.

Come si eleggono i Presidenti delle Camere

I Presidenti delle Camere vengono eletti nella prima riunione o a partire dalla prima riunione con una votazione tra tutti i membri della rispettiva assemblea dopo alcuni adempimenti iniziali. Sia alla Camera che al Senato il Presidente viene eletto a scrutinio segreto, ma sono richieste maggioranze diverse. A Montecitorio nella prima riunione dopo le elezioni l’assemblea viene provvisoriamente presieduta dal deputato più anziano tra i Vicepresidenti delle precedenti legislature. Se nessuno di loro è stato rieletto alla Camera, a presiedere è il decano. A Palazzo Madama la presidenza nella prima seduta viene affidata invece al senatore più anziano. Poi si passa alla votazione.

Come si elegge il Presidente della Camera dei Deputati

Il regolamento della Camera dei Deputati spiega che nella prima seduta, all’apertura della legislatura, in via provvisoria l’assemblea viene presieduta dal più anziano tra i vicepresidenti della legislatura precedente. Se nessuno di loro è presente si risale ai vicepresidenti delle legislature precedenti. In caso di ulteriore mancanza, a presiedere la riunione è il decano degli onorevoli. Stavolta a presiedere è il deputato Pd Roberto Giachetti, il più anziano dei Vicepresidenti eletti nel 2013. Lo stesso criterio viene utilizzato per scegliere i quattro Segretari provvisori. Sono scelti tra quelli della legislatura passata, o di quelle ancora precedenti. In caso di mancanza vengono individuati come Segretari i deputati più giovani. Dopo aver costituito l’Ufficio provvisorio di Presidenza viene anche convocata una Giunta provvisoria, tra i membri della Giunta delle elezioni della passata legislatura che siano presenti alla seduta. Se il loro numero è inferiore a 12 si effettua un sorteggio fino a raggiungere i dodici membri. Si procede quindi all’elezione del nuovo presidente della Camera.

La votazione per l’elezione del presidente della Camera avviene a scrutinio segreto. Inizialmente è richiesta la maggioranza dei due terzi dei componenti della Camera. Servono quindi 420 voti. Nel secondo scrutinio invece viene richiesta la maggioranza dei due terzi dei voti computando tra i voti anche le schede bianche. Dal terzo scrutinio in poi è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti. Lo spoglio delle schede è compiuto dall’Ufficio provvisorio di Presidenza.

Una volta eletto il presidente dell’assemblea si procede all’elezione di quattro Vicepresidenti, di tre Questori e di otto Segretari al fine di costituire l’Ufficio di Presidenza. Per queste elezioni ogni deputato scrive sulla scheda due nomi per i Vicepresidenti, due per i Questori, quattro per i Sottosegretari. Vengono eletti coloro che al primo scrutinio ottengono il maggior numero di voti.

Come si elegge il Presidente del Senato della Repubblica

Il regolamento del Senato della Repubblica prevede che la prima seduta dell’assemblea dopo le elezioni sia presieduta in via provvisoria dal senatore più anziano. Questa volta tocca dunque all’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, 92 anni, senatore a vita. Le funzioni di Segretario invece vengono provvisoriamente svolte dai sei senatori più giovani. Il Presidente convoca anche una Giunta provvisoria per la verifica dei poteri, costituita dai senatori membri della Giunta delle elezioni del Senato nella precedente legislatura. Se il loro numero è inferiore a sette si procede con un sorteggio fino ad arrivare a 7 membri. Poi si va avanti con l’elezione del nuovo presidente del Senato.

Anche la votazione per eleggere il presidente del Senato avviene a scrutinio segreto. Viene eletto presidente dal primo scrutinio chi ottiene la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato, che è pari a 161 voti. Stesso criterio nel secondo scrutinio. Se anche con la seconda votazione nessun senatore raggiunge la maggioranza, si procede poi, il giorno successivo, ad un terzo scrutinio che richiede la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando tra i voti anche le schede bianche. Se anche il terzo scrutinio non è sufficiente, nello stesso giorno si procede al ballottaggio fra i candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti. Viene quindi proclamato eletto chi ottene la maggioranza, anche se relativa. A parità di voti nel ballottaggio viene eletto il più anziano. Anche in caso di una parità di voti nel terzo scrutinio entra al ballottaggio il senatore più anziano. Come alla Camera lo spoglio delle schede è compiuto dall’Ufficio provvisorio di Presidenza.

Dopo aver eletto il presidente dell’assemblea, nella seduta successiva, si procede all’elezione di quattro Vicepresidenti, tre Questori e otto Segretari. In questo caso ogni senatore scrive sulla scheda due nomi per i Vicepresidenti, due per i Questori e quattro per i Segretari. Vengono eletti coloro che ottengono più voti.

Quanto tempo ci vuole

Considerando che nessuna delle liste o aggregazioni di liste che si sono presentate alle elezioni politiche del 4 marzo ha raggiunto la maggioranza assoluta dei seggi né alla Camera dei Deputati né al Senato della Repubblica è necessario un accordo tra più partiti e coalizioni. Nel 2013 la presidente dell’assemblea di Montecitorio Laura Boldrini fu eletta al quarto scrutinio, nel secondo giorno della legislatura. Il presidente dell’assemblea di Palazzo Madama Pietro Grasso invece al terzo scrutinio, sempre nel secondo giorno di votazioni. Molto dipenderà dal raggiungimento di un’intesa tra Movimento 5 Stelle e centrodestra, indubbiamente le due parti più vicine per un’eventuale intesa su seconda e terza carica dello Stato. Alla vigilia delle elezioni dei due presidenti delle Camera risulta probabile un accordo con una delle due assemblee presiedute da un esponente M5S e l’altra da un membro di Forza Italia o Lega. Circolano i nomi dei deputati pentastellati Roberto Fico, Riccardo Fraccaro ed Emilio Carelli per la presidenza della Camera. E del forzista Paolo Romani e della leghista Giulia Bongiorno per la presidenza del Senato. Ma il quadro può cambiare nel giro di poche ore.

(Foto da archivio Ansa. Credit: ANSA / MAURIZIO BRAMBATTI)

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