Mario Draghi distrugge Di Maio e Salvini: «Le parole hanno fatto danni»

13/09/2018 di Redazione

Qualche reazione dalla Banca Centrale Europea era attesa, soprattutto alla vigilia della presentazione degli strumenti economici con cui il governo italiano intenderà affrontare il prossimo anno. Mario Draghi non ha peli sulla lingua e, parlando dell’esecutivo italiano, affonda il colpo: «Negli ultimi mesi, le parole sono cambiate molte volte e quello che ora aspettiamo sono i fatti». Ovvero, le prossime misure contenute nel documento di economia e finanza e nella legge di bilancio.

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Draghi: «Le parole fanno danni»

Ma la responsabilità che queste «parole», come le ha definite Draghi, hanno avuto sull’economia italiana è già abbastanza grave: «Dobbiamo aspettare la legge di bilancio e la successiva discussione parlamentare, purtroppo però le parole hanno fatto danni e i tassi sono saliti, sia per le famiglie, sia per le imprese».

Insomma, l’allarme è stato lanciato e, anzi, ha avuto effetti anche abbastanza importanti sulla situazione generale della nostra economia. «Tutto ciò non ha contagiato granché altri Paesi dell’Eurozona, ma rimane un episodio sostanzialmente italiano».

Le parole di Draghi in un contesto piuttosto incerto per l’economia del Paese

In questi giorni di maretta, dal punto di vista economico, all’interno del governo, mancava soltanto la stilettata di Mario Draghi a completare il quadro. Sono giorni cruciali per il ministro Giovanni Tria, incalzato dalle richieste di Lega e Movimento 5 Stelle, che stanno cercando di imporre i loro programmi per alimentare la manovra economica. Il ministro sarebbe arrivato anche a minacciare le dimissioni, pur di lottare strenuamente per mantenere i punti fermi della sua linea ed evitare sforamenti dovuti a reddito di cittadinanza, flat tax e abolizione della legge Fornero. Le parole di Draghi non fanno altro che alimentare questo clima di difficoltà: una sorta di quiete prima della tempesta per l’economia italiana.

Non solo Draghi, l’affondo di Moscovici

Anche il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici comunque non ha rinunciato ad affondare il colpo, affermando che l’Italia rappresenta un problema per i Paesi dell’euro. «L’Italia deve essere credibile, con un bilancio credibile – ha detto -: c’è un clima che assomiglia molto agli anni ’30. Certo, non dobbiamo esagerare, chiaramente non c’è Hitler, forse dei piccoli Mussolini. La storia, come diceva Raymond Aron, è tragica. Bisogna evitare che sprofondi nelle sue ore più buie».

A Moscovici ha voluto replicare Luigi Di Maio che ha risposto secco: «L’atteggiamento da parte di alcuni commissari europei è inaccettabile, veramente insopportabile. Dall’alto della loro Commissione europea si permettono di dire che in Italia coi sono tanti piccoli Mussolini, non si devono permettere!».

FOTO: Luo Huanhuan/Xinhua via ZUMA Wire

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