Dori Ghezzi ricorda il suo Fabrizio: «Sarebbe inorridito dalla situazione di oggi»
11/01/2019 di Gaia Mellone
Fabrizio De André «non si riteneva un musicista» e «aveva sempre bisogno di stimoli». A vent’anni dalla scomparsa del grande cantautore genovese, la vedova Dori Ghezzi racconta a La Stampa cosa gli manca di più del suo Faber, l’eredità artistica e sociale e l’affetto dei fan, che non si è mai spento. E spiega la scelta di ricordarlo quest’anno con la frase «Anime salve in terra e in mare».
Dori Ghezzi ricorda il suo Fabrizio De André a vent’anni dalla scomparsa
Fabrizio De André si spense l’11 gennaio 1999 per un carcinoma polmonare, ma in un certo senso è come se non se ne fosse mai andato. Le sue canzoni continuano a vivere e a dare una chiave di interpretazione delle vicende del mondo di oggi. Un’immortalità dovuta al suo «aspetto autentico» racconta a La Stampa Dori Ghezzi: «Lo pensano come una persona-guida, è impressionante il rapporto di appartenenza». Per De André, che «non si sentiva un musicista», raccontare le sue storie era più di un lavoro o di una passione, era «una missione». E per questa sua devozione, «è stato capito profondamente» e continua ancora oggi ad essere amato dal suo pubblico. «Diceva: debbo essere imprevedibile. Aveva il coraggio di dare sempre qualcosa di diverso» continua a raccontare la vedova del cantautore, spiegando come lui fosse sempre alla ricerca di «nuovi stimoli» e che per questo, con grande umiltà, cercava sempre «un collaboratore ideoneo». «Ti ascoltava sempre, non pontificava mai» continua ricordando le collaborazioni con Fossati, Piovani, Francesco De Gregori. «La sua grandezza è anche nel dire: io da solo non lo avrei potuto fare. […] E ogni disco è diverso dall’altro, non li confondi. Ecco perché sul piano culturale è ancora considerato un maestro di pensiero».
Dori Ghezzi: «Fabrizio sarebbe inorridito da ciò che sta accadendo»
Ogni anno viene scelta una frase da pubblicare sulla homepage di De André: un suo pensiero, una strofa, un estratto per ricordarlo attraverso le sue stesse parole. Per questo anniversario, è stata scelta la frase «Anime salve in terra e in mare», il titolo del brano pubblicato nel 1996. Una canzone che, nei giorni del rimbalzo dei migranti a bordo della Sea Watch 3 e della Sea Eye e degli hashtag che invocano blocchi navali e chiusura dei porti, colpisce con violenza per la sua attualità. Fabrizio «Sarebbe inorridito da ciò che sta accadendo» continua Dori Ghezzi nell’intervista, «Non ci rendiamo conto di essere responsabili di questa situazione. Noi gli abbiamo preso tutto, saccheggiato i loro Paesi, e loro sono scappati. Dobbiamo dare la possibilità di stare bene, abbiamo creato il problema, dobbiamo risolverlo». Parlando di attualità, non si può non citare il rapporto che legava Beppe Grillo a Fabrizio. «Ha molto sofferto quando è morto» continua, «era un rapporto famigliare. Ha preso altre strade ma non neanche giudicarlo, lo vedo come un fratello». Fabrizio «si preoccuperebbe che non andasse a farsi male, penso lo avrebbe sconsigliato» dice Dori, «ma Beppe ha sempre fatto politica, anche a teatro, e divertendoci. A me piaceva, in quella veste lì».
«Sono stata miracolata da una vita così»
Quello tra Fabrizio e Dori è stato un grande amore, pie no di ostacoli e di gioie, dove passione e musica si intersecavano di continuo. «Sono stata miracolta da una vita così» dice Dori ricordando la vita fatta di concerti, incontri, poesie e battaglie. «Era difficile, ma generoso, ti dava tanto. Ci stavano anche le litigate e mi mancano anche quelle. Con lui non ci si annoiava mai. Bisticciare è un modo per conoscersi».
(credits immagine di copertina ARCHIVIO/ANSA/TO)