Tiziana Alla ha il diritto di fare quella domanda a Donnarumma

Soltanto in Italia si assistono a scene come queste, in cui gli intervistati - calciatori o politici - pensano di poter rispondere ai giornalisti con toni da rissa da bar

15/06/2022 di Gianmichele Laino

Se il pubblico ha una pessima opinione del giornalismo, non è sempre colpa dei giornalisti stessi. Certo, a volte ci mettiamo del nostro: si seguono i social network, non si verificano le fonti, si alimentano i rumors e – sulle piattaforme che tutti abbiamo a disposizione – si fanno spesso delle uscite infelici anche a livello di manifestazione del pensiero (perché quest’ultima è libera, ma c’è una certa eleganza nello spiegarla). Tuttavia, atteggiamenti come quello di Gigio Donnarumma nei confronti della giornalista Rai Tiziana Alla non fanno altro che gettare ulteriore discredito sulla professione: se è vero, infatti, che i calciatori vengono spesso visti come modelli, esempi per le più giovani generazioni (anche se questo mito sta perdendo forza a ogni cappottone che una Italia qualsiasi subisce da un avversario, che si chiami Germania o Macedonia del Nord), allora il modo in cui è stata gestita l’intervista post partita Donnarumma-Tiziana Alla aggiunge una ulteriore spunta alla voce giornalismo, questa professione bistrattata. 

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Donnarumma-Tiziana Alla, la pessima risposta del portiere della nazionale alla giornalista Rai

Tiziana Alla ha fatto una cosa che, ai giornalisti di oggi – sia che parliamo di giornalisti politici, di cronaca, sportivi – è sempre più raramente concesso: fare una domanda. Una domanda scomoda, s’intende. Il gol del provvisorio 5-0 della Germania sull’Italia è partito da un suo passaggio sbagliato. Come ha fatto notare Tiziana Alla, non è stato il primo errore del portiere su una costruzione dal basso. La giornalista si riferiva sia all’errore che è costato il gol del Real Madrid in Champions League contro il Paris Saint Germain, sia ad altri brividi che il portiere ha generato con questi passaggi sbilenchi anche durante le partite della nazionale italiana. Un eccesso di sicurezza, che qualcuno potrebbe scambiare per superficialità. Un qualcosa che un giocatore di 23 anni – sebbene con molta esperienza all’attivo – non può permettersi.

Così come è difficile immaginare che possa permettersi di rispondere, in tono minaccioso: «Quando mi è capitato? Con il Real Madrid? Con il fallo? Vabbè, dai: se vogliamo fare polemiche su queste cose, facciamo polemiche. Io faccio il discorso di squadra stasera. Abbiamo fatto tutti degli errori: ci guarderemo in faccia e li analizzeremo. Poi se tu vuoi dare la colpa a me per l’errore, dammi la colpa. Sono il capitano, mi prendo le colpe e le mie responsabilità. Vado avanti a testa alta perché l’ho sempre fatto».

Una risposta che sembra quasi ammonire la giornalista per la tipologia di domanda fatta al calciatore. È l’ennesima voce da aggiungere a una lista lunghissima di risposte piccate, di mancate risposte, di vere e proprie scaramucce verbali a cui gli intervistati in televisione ci stanno abituando. Una prassi tutta italiana: non si ribatte mai sul punto, ma si cerca sempre di alzare la voce. Che speranza c’è, allora, per la nostra informazione?

Tiziana Alla, per inciso, ha ricevuto la solidarietà di diversi colleghi. Il primo a commentare è stato Sandro Piccinini:

Un tweet a cui la stessa giornalista ha risposto: «Grazie Sandro, detto da te vale tanto per me. Sai bene quanto sia complicato gestire quei momenti. Non ho mai cercato le polemiche fine a se stesse. So soltanto che facendo questo lavoro, le domande bisogna farle». Non c’è frase migliore per spiegare questo tema.

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