La donna messa a testa in giù e picchiata nel centro di detenzione libico di Bani Walid

05/01/2020 di Redazione

Bani Walid, uno dei cosiddetti centri di detenzione informali in Libia. La donna è prigioniera al suo interno, ha origini eritree e la sua vicenda è ben nota: non ha soldi sufficienti per potersi garantire un futuro e, per questo, i trafficanti hanno minacciato la famiglia della donna. Servono 12.500 dollari nel lager libico di Bani Walid, 11.220 euro circa, per poter affrontare un viaggio in mare. Se non ce li hai, sei sottoposto a torture di ogni genere.

LEGGI ANCHE > Bija, re degli scafisti, minaccia i giornalisti di Avvenire

Donna torturata in Libia, le immagini di Avvenire

Per questo motivo, nella black room del centro di detenzione è stata filmata mentre viene messa a testa in giù, legata con una corda, e picchiata fino allo sfinimento. Le immagini sono state inviate poi alla famiglia eritrea della ragazza, come testimonianza di quello che le sarebbe potuto accadere (di ancora più grave) se i suoi parenti non avessero provveduto al pagamento dell’intera somma di denaro.

Donna torturata, cosa sta succedendo

Una vicenda terribile, che fa luce ancora una volta sui centri di detenzione libica e su quello che sta succedendo in un Paese che ormai non è più tale, che continua a fare accordi anche con altre istituzioni nazionali per bloccare l’afflusso di migranti, ma che sta utilizzando dei mezzi non convenzionali per rispettare questi stessi accordi. Ecco perché la Libia non potrà mai essere considerato un interlocutore sicuro e affidabile, visti i metodi utilizzati dai trafficanti di esseri umani, vista la violenza e la continua eliminazione di qualsiasi diritto della persona.

La situazione in questo campo di detenzione è ancor più drammatica perché è di proprietà dei trafficanti, inaccessibile all’Unhcr. Al suo interno, ci sono almeno 60 eritrei che stanno subendo, proprio in queste ore, un trattamento simile a quello della donna.

Share this article
TAGS