Roma, minacce al parroco che accoglie i poveri nella Basilica di Sant’Eustachio

23/01/2019 di Enzo Boldi

Un biglietto contro uno dei fondamenti della Chiesa Cattolica. ‘Ama il tuo prossimo come te stesso’, ‘date da mangiare agli affamati e da bere agli assetati’, ‘Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me’. Sono alcuni dei principi che l’autore della minaccia rivolta a don Pietro Sigurani, rettore della Basilica di Sant’Eustachio – a Roma, a due passi dal Pantheon -, sembra aver dimenticato mentre riempiva e colorava quel foglio con accuse senza motivo. Il Monsignore è famoso per la sua politica di accoglienza dei più poveri – italiani e non – tra i banchi della sua chiesa e nei locali che la struttura ha e delle sue iniziative a sostegno di chi vive tra mille difficoltà. Tutti principi che sono alla base della cristianità.

«Caro reverendo, la chiesa è la casa del Signore, non dei poveri! Risponderai davanti a Dio dei sacrilegi e delle profanazioni compiute in questa chiesa», è il testo del sedicente sostenitore della purezza della Chiesa che non dovrebbe pensare ai poveri in quanto casa di Cristo. Un controsenso sotto qualunque aspetto, dettato da un odio immotivato nei confronti delle iniziative che don Pietro Sigurani porta avanti da anni all’interno della Basilica di Sant’Eustachio, culminata con l’apertura della Casa della Misericordia nei locali sotterranei che 2mila anni fa ospitavano la casa del santo, nota ai suoi tempi per dare rifugio e sfamare gli ultimi.

Il messaggio minatorio a don Pietro Sigurani, il monsignore che aiuta i poveri

«È una specie di caffè in cui chiunque può trovare riparo, fare due chiacchiere e incontrarsi – ha spiegato don Pietro all’Agenzia Dire -. La Basilica è piena dei suoi ‘scartati’, che aspettano l’inizio del pasto per festeggiarlo. Facciamo queste attività da 6/7 anni, sicuramente non ci spaventano queste minacce. Anzi, queste cose per noi sono un onore, perché vuol dire che capiscono che quello che facciamo è una cosa che gli da un pugno nello stomaco».

Le minacce nel giorno del suo 83esimo compleanno

Il bigliettino con la minaccia è stato lasciato sull’altare della Basilica di Sant’Eustachio nel giorno del suo 83esimo compleanno, festeggiato amaramente ma, allo stesso tempo, con la fierezza di chi sa di incarnare il vero spirito della Chiesa. «Non so chi è stato e non mi interessa, c’è ancora gente che ha questo senso dei luoghi sacri ma l’unico luogo sacro è la persona, dice il Signore – conclude don Pietro Sigurani -. L’unico spazio sacro che esiste è in ognuno di noi».

(foto di copertina da pagina Facebook RomAnima – l’Anima di Roma)

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