Il Consiglio dei ministri approva il dl Crescita senza rimborsi per i truffati dalle banche
05/04/2019 di Enzo Boldi
Il governo si spacca anche sul dl crescita. Il provvedimento è stato approvato nella tarda serata di giovedì dal Consiglio dei Ministri, ma non contiene tutte le norme previste alla vigilia. Tra le assenze rumorose c’è quella dei rimborsi per i truffati dalle banche. Il Movimento 5 Stelle, che già in giornata aveva fatto trapelare l’ipotesi di un rinvio della discussione sul tema, ha preso tempo, mentre la Lega attacca il ministro Tria reo, secondo il Carroccio, di proseguire con una politica fatta solamente di no. Nel frattempo, il presidente Giuseppe Conte dovrebbe incontrare i rappresentanti delle associazioni dei risparmiatori lunedì prossimo.
Il documento licenziato giovedì sera dal Consiglio dei ministri, però, si conclude con la dicitura «salvo intese», quindi non è improbabile che il tutto possa essere ridiscusso dopo l’incontro tra il capo del governo e i truffati dalle banche in programma tra qualche giorno. Ma nel mirino resta comunque il ministro Giovanni Tria che, secondo la Lega, sta prendendo troppo tempo rallentando l’iter per alcuni provvedimenti ritenuti urgenti e strettamente necessari. Il capo del Mef, infatti, avrebbe voluto prima procedere a una modifica della legge di Bilancio per poi procedere con i decreti attuativi per evitare qualsiasi problema di danno erariale.
Il dl Crescita senza rimborsi ai truffati
I fondi per i rimborsi ai truffati dai crac delle banche erano stati già previsti grazie al fondo istituito con la legge di Bilancio 2019. Il Fir (fondo per gli indennizzi ai risparmiatori) è di un miliardo e mezzo. I soldi ci sono, quindi, manca solamente l’accordo su come debbano essere erogati e per questo il provvedimento è slittato rispetto al licenziamento del dl crescita.
Il governo è unito contro Tria
Tria vorrebbe rispettare i paletti imposti dal bail in, il Movimento 5 Stelle pende per dei rimborsi generalizzati a tutti i risparmiatori, la Lega punta su risarcimenti automatici per alcuni dei cittadini truffati, mentre per gli altri ci sarebbe un arbitrato rigoroso. Insomma, ancora una volta un tutti contro Tria, con il ministro al centro delle attenzioni delle due anime della maggioranza che hanno idee diverse sulle destinazioni d’uso, ma stavolta sono unite dall’obiettivo comune.
(foto di copertina: ANSA/GIUSEPPE LAMI)