Sul dl Crescita le opposizioni avrebbero potuto battere il governo, ma non erano in Aula

21/06/2019 di Enzo Boldi

I Tiromancino cantavano: «Nella vita comunque paghi per le scelte sbagliate, per quelle occasioni mancate, che non ti fanno dormire». L’incipit de ‘L’Essenziale’ è l’estrema sintesi di quanto accaduto nel tardo pomeriggio di venerdì a Montecitorio, dove era in programma il voto finale della Camera dei Deputati sul tanto contestato (dalle opposizioni) dl Crescita. Polemiche, accuse e tutti gli altri duelli dialettici tipici della politica per poi regalare la vittoria a tavolino alla maggioranza non presentandosi in Aula. La beffa – le scelte sbagliate e le occasioni mancate – sta nei numeri finali: voti a favore 270, voti contrari 39, astensioni 49.

Le cifre parlano chiaro: sommando tutti i deputati dei vari partiti di opposizione – i 104 di Forza Italia, i 111 del Partito Democratico, i 33 di Fratelli d’Italia, i 14 di Liberi e Uguali e i 24 che fanno parte del gruppo misto – si sarebbe raggiunta quota 286: ben 16 voti in più rispetto ai soli 270 della maggioranza Lega-Movimento 5 Stelle. Un’occasione sprecata per battere il governo in Aula durante il voto. Numeri che mostrano come le strategie, anche quelle più basilari, vengano portate avanti – molto spesso – solo a livello dialettico.

Dl crescita, la maggioranza vince per mancanza di opposizioni

Poi c’è la parte pratica e quando arriva l’occasione di battere il governo su questo o quel tema, ci si ritrova a essere in ‘quattro gatti’ il cui parere, alla fine dei conti, è valso zero: come quello degli assenti. Anche la maggioranza, come ovvio, era a ranghi ridotti dato che su 368 deputati (219 del Movimento 5 Stelle, 123 della Lega e 6 del Gruppo Misto che ha scelto di rimanere al fianco del governo) hanno votato a favore solamente in 270.

Il provvedimento passa all’esame del Senato

L’aria delle vacanze estive e il torrido venerdì romano ha portato l’Aula a essere semi-deserta nel giorno del voto finale (alla Camera) del dl Crescita. Non una mossa azzeccata, vedendo il risultato finale che avrebbe messo in minoranza il governo. L’essenziale, a volte, è invisibile agli occhi. Soprattutto tra chi vive (o dovrebbe) tra i banchi del Parlamento. Ora il provvedimento passerà all’esame del Senato, ma l’occasione è stata persa.

(foto di copertina: ANSA/GIUSEPPE LAMI)

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