Il ddl della Lega (e di Salvini) per votare di nuovo per le Province, con il ritorno delle indennità

06/08/2018 di Redazione

La Lega vorrebbe portarci di nuovo alle urne per eleggere i presidenti delle Province e i consiglieri provinciali. Lo dimostra un disegno di legge che i senatori del Carroccio, compreso il leader Matteo Salvini e il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, hanno presentato a Palazzo Madama nei primi mesi della legislatura. I leghisti vogliono che i cittadini si esprimano in prima persona come accaduto per decenni: nella relazione che accompagna gli articoli si legge che l’obiettivo della proposta di legge è quello di «ripristinare la legalità costituzionale attraverso l’elezione diretta a suffragio universale del presidente e dei consiglieri della Provincia». Lo spiega oggi il Corriere della Sera:

La legge oggi in vigore stabilisce che a votare non siano i cittadini ma i sindaci del territorio, che sono anche gli unici a potersi candidare. Un meccanismo di «secondo livello» che nelle intenzioni della riforma voluta nel 2014 dal governo Renzi doveva accompagnare le Province fino alla scomparsa prevista dalla riforma costituzionale. Un sistema temporaneo, che però ha confermato ancora una volta come in Italia nulla sia stabile fuorché il provvisorio.

 

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Il ddl della Lega per votare di nuovo per le Province, con il ritorno delle indennità

Dell’elezione dei presidenti delle Province si parla anche nel recente decreto Milleproroghe. Ad oggi i sindaci devono avere almeno 18 mesi di mandato davanti a loro per candidarsi, regola che taglia fuori un terzo dei primi cittadini. Nel dl la durata residua scende da 18 a 12 mesi. Ma il sistema elettorale resta complicato. Nella proposta della Lega si affronta anche la questione indennità. Attualmente presidente e consiglieri provinciali lavorano a titolo gratuito. Secondo il ddl il compenso del presidente non dovrebbe superare quello del sindaco del capoluogo della provincia. I consiglieri avrebbero invece un gettone per sedute e commissioni. La domanda nasce spontanea: cosa ne pensa il Movimento 5 Stelle?

(Foto di copertina da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / ETTORE FERRARI)

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