Instagram sapeva che il 32% delle ragazze con problemi con il proprio corpo dice che il social peggiora le cose

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Una ricerca del 2019 aveva mostrato chiaramente il risultato al board del social network, che ha risposto con una nota sul blog ufficiale

Frustrazione, ansia. Ma anche disagio con il proprio corpo osservando quelli (perfetti) altrui. È la voce da dare ai numeri di una ricerca condotta a favore di una overview interna sui problemi degli adolescenti con Instagram, che è stata mostrata al board del social network che, dunque, era perfettamente a conoscenza che il 32% delle ragazze a disagio con il proprio corpo aveva una percezione ancora peggiore in seguito all’esperienza di utilizzo di Instagram. Il fatto di vedere sul social network immagini di addominali scolpiti, di gambe toniche, di movimenti agili, di danze ed esercizi ginnici eseguiti alla perfezione non faceva altro che peggiorare la situazione di circa una ragazza su tre con problemi di autostima.



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Disagio su Instagram per il 32% delle ragazze con problemi con il proprio corpo

Instagram lo sapeva. Conosceva sin dal 2019 i numeri di questa ricerca che è stata mostrata al board del social network e che, adesso, è entrata in possesso anche del Wall Street Journal che, da qualche giorno, sta mostrando in maniera sistematica documenti esclusivi relativi a Facebook e a tutto l’universo che vi orbita intorno. Sempre nell’ambito della ricerca si intravede una correlazione negli adolescenti tra l’utilizzo di Instagram e l’aumento di situazioni di ansia e di depressione. E un 6% di utenti americani (che sale al 13% se si considerano gli utenti del Regno Unito) hanno dichiarato che c’è una connessione tra l’utilizzo dell’applicazione e l’aumento di pensieri suicidi. Un quadro davvero complesso dal punto di vista sociologico, per una ricerca che è arrivata nel cuore degli uffici di uno dei social network più utilizzati al mondo.



Una delle immagini che il Wall Street Journal ha avuto modo di visionare: contiene il dato più significativo della ricerca mostrata ai vertici di Instagram

Per questo motivo, dopo l’articolo del Wall Street Journal, è arrivato un commento molto articolato del numero uno delle Public Policy del social network, Karina Newton, sul blog ufficiale della piattaforma. Non si nega affatto questa ricerca, anzi la si presenta in un’ottica positiva: «Lo studio – dice Karina Newton – dimostra il nostro impegno a comprendere problemi complessi e difficili con cui i giovani possono lottare e mostra tutto il lavoro che facciamo per aiutare coloro che stanno vivendo questi problemi». Si cerca di minimizzare, in ogni caso, l’impatto negativo della ricerca, affermando che qualsiasi studio sulle piattaforme sociali possa portare a conclusioni diverse: «Ogni studio – ha proseguito l’Head of Public Policy – ha limitazioni e avvertimenti, quindi nessun singolo studio sarà definitivo. Dobbiamo fare affidamento su un corpo in continua crescita di ricerca multi-metodo e sul contributo di esperti».

Le “soluzioni” individuate da Instagram

Instagram ha ribadito la sua volontà di fare molto per arginare fenomeni come il cyberbullismo o la percezione del proprio corpo da parte delle persone. Karina Newton ha affermato – come era già noto da qualche tempo – che il social network stesse analizzando i comportamenti di persone che si soffermano eccessivamente su post che parlano di disturbi dell’alimentazione e stanno cercando, anche attraverso l’intelligenza artificiale, di fare in modo che quei contenuti siano meno impattanti sui feed di questi utenti. «Vogliamo anche essere più trasparenti sulla ricerca che svolgiamo, sia internamente che in collaborazione con ricercatori esterni – conclude la nota sul blog -. Continueremo a cercare opportunità di lavorare con più partner per pubblicare studi indipendenti in questo settore e stiamo lavorando su come possiamo consentire ai ricercatori esterni un maggiore accesso ai nostri dati attraverso strumenti che rispettino la privacy delle persone. Molto presto avremo altro da condividere sulla nostra ricerca e sulle nuove funzionalità che stiamo costruendo».



Il tema, però, resta presente e inalterato. I social network, che si vogliono sempre presentare come uno strumento positivo, grazie al quale vivere nuove esperienze, informarsi meglio e restare in contatto con persone di tutto il mondo, stanno sempre più spesso andando incontro a effetti collaterali sulla società in cui si trovano a operare. Sicuramente la body positivity rappresenta un tema di difficilissima interpretazione, soprattutto se visto con l’occhio dell’adolescente che scorre il proprio pollice sullo smartphone. I segnali negativi che arrivano dagli studi indipendenti non possono essere liquidati con una formula che ci dice che altri studi indipendenti affermano il contrario: c’è un tema e bisogna affrontarlo a viso aperto.