Le curiose dimenticanze di Giorgia Meloni sulle mascherine
27/04/2020 di Daniele Tempera

Il count-down è a meno di una settimana, ma i contorni della cosidsetta “Fase 2” restano talvolta ambigui e sfumati. Quel che è certo è che il Governo imporrà nei luoghi chiusi, per impedire il contagio, l’utilizzo delle mascherine. In particolare i dispositivi medici sembrano ormai indispensabili nei luoghi di lavoro, ma anche nei negozi o sui mezzi pubblici. Un’evidenza che fa scattare subito la domanda: cosa si intende fare per agevolare il loro reperimento. Il piano di Conte e del Governo è quello di introdurre un pezzo calmierato per i dispositivi di protezione individuali per evitare speculazioni e abusi di mercato tramite l’abbattimento dell’Iva. Una soluzione che è oggi rivendicata da Giorgia Meloni e da Fratelli d’Italia.
Bene #Conte che annuncia in #conferenzastampa niente IVA sulle mascherine. Un provvedimento che sarebbe stato ancora più efficace se la proposta di @FratellidItalia che chiedeva esattamente questo non fosse stata bocciata dalla maggioranza di governo giorni fa.
— Giorgia Meloni 🇮🇹 ن (@GiorgiaMeloni) April 26, 2020
Ma le cose stanno davvero così? Scorrendo l’account della leader di “Fratelli d’Italia”, ci si accorge che la sua proposta di qualche giorno prima non era esattamente quella di portare l’Iva a zero, come proposto oggi dal Governo Conte.
Mascherine e dispositivi di protezione individuale tutti, saranno fondamentali per fronteggiare #Fase2 emergenza #Covid_19. Lo Stato applichi IVA agevolata al 4% su questi prodotti. Il Governo ascolti proposta FDI: non si può promuovere la prevenzione se si specula sull’emergenza pic.twitter.com/oWXj3xVwj7
— Giorgia Meloni 🇮🇹 ن (@GiorgiaMeloni) April 25, 2020
E per accorgersene non bisogna nemmeno andare troppo lontano: è sufficiente guardare ai tweet del giorno prima quando la Meloni indicava la necessità di impostare un IVA al 4%, rispetto allo 0% invocata dal Governo Conte. Sull’approvazione della norma pesa poi la necessità di un passaggio parlamentare. Insomma, una storia un po’ diversa da quella raccontata da Giorgia Meloni nella sua bulimica propaganda social.