Diletta Leotta dedica un monologo sul tempo e la bellezza alla nonna. La stampa non gradisce
04/02/2020 di Thomas Cardinali
Diletta Leotta è stata da subito etichettata come bella e bellissima, anche scherzosamente dallo stesso Amadeus. In conferenza stampa aveva annunciato un suo momento ed è stata di parola portando un monologo sul tempo che passa, la bellezza che scivola via, e lo ha dedicato alla nonna: “So che pensate quanto è bona la Leotta. Sarei bugiarda a dire che il fattore bellezza non sia importante. La bellezza è un peso che con il tempo ti può fare inciampare se non la sai portare diceva mia nonna. Lei era bellissima da giovane, ma oggi ha 85 anni è ancora pazzesca. Nonna Elena è qui in prima fila, ditemi voi se non è pazzesca”.
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Poi si siede sui gradini e continua: “Non è la cameretta dove parlavo da piccola, in tutto questo tuo lunghissimo tempo hai riempito le tasche con mille storie da tramandare lasciando la bellezza alle spalle. Il tempo fa lo sgambetto a tutti, facciamo di tutto per evitarlo, stasera voglio fare un esperimento per capire che effetto farà su di me”. Poi fa un transformat per far vedere come sarà nel 2076 a 85 anni. Molto auto ironica e inedita la conduttrice di Dazn, che però non convince la stampa che non gradisce il suo monologo.
Diletta Leotta e il monologo sulla bellezza con la nonna
Diletta Leotta continua sorridente: “Ogni rughetta sul volto di nonna racconta quante risate si è fatta. Non mi ha mai fatto vincere a burraco. Il tempo passa per tutti, ma non allo stesso modo. Lei ci ha impastato la vita con il suo amore come faceva con la crostata. Lei mi ha insegnato ad essere diversamente bella, studiare, trovare l’amore giusto per me. Crescendo bisogna solo imparare a regolare il ritmo perché a qualsiasi età ogni giorno è un regalo. Io a guardarmi così con tutto questo tempo addosso ho capto che non ho paura. Questo lo devo a te nonna e devo dirti grazie con tutto il cuore. Se non fossi così bella col cavolo che non sarei qui”. Amadeus la saluta scherzando: “È lei la nonna dell’ignoto numero quattro”.